L'ANALISI
26 Settembre 2022 - 18:19
CREMONA - Il primo messaggio è indirizzato all’arcirivale Carlo Cottarelli. Ed è una bordata: «Gli suggerisco di stare più attento, quando parla. Con lui ho sempre avuto un buon rapporto, ma in campagna elettorale ha scelto di alzare i toni. A volte sarebbe meglio un bel bagno di umiltà». Daniela Santanchè, dopo il plebiscito cremonese (52,17% dei voti contro il 27,3% di Cottarelli), mostra le spire da Pitonessa. E, intanto, esulta: «Il risultato raccolto da Fratelli d’Italia ha superato le più rosee aspettative, grazie allo straordinario lavoro svolto da Giorgia Meloni e da tutta la base del partito. Siamo contenti, contentissimi: questo è il riscatto delle donne e degli uomini che hanno scelto di non allinearsi al pensiero unico e che oggi, come me, vivono una grande gioia».
Santanchè è considerata tra i papabili ministri del nuovo esecutivo. Ma, per il momento, sceglie il basso profilo: «Questa è l’ora della festa, non quella del totoministri. Sono certa che Giorgia saprà collocare al meglio le risorse a disposizione. Io, come sempre, sarò pronta a offrire il mio contributo, se mi verrà richiesto». La coordinatrice regionale di FdI fa melina anche sulla ormai incombente sfida per il governo della Lombardia e sulla possibilità per il partito di esprimere un proprio candidato: «Noi primi in regione? Bene. Ma è presto per pensare al Pirellone». Quindi riserva un pensiero al territorio che, ancora una volta, l’ha confermata parlamentare con largo distacco: «I problemi di Cremona sono già appuntati sulla mia agenda personale: penso, in particolare, ai nodi delle infrastrutture e dei trasporti, ma anche alla necessità di rafforzare il sistema fieristico. Farò tutto ciò che è in mio potere».
Santanchè ha vissuto la lunga notte elettorale a Milano, sui divanetti di A’Riccione Terrazza 12, al decimo piano del Brian & Barry building. Al suo fianco c’erano dirigenti e candidati di FdI in Lombardia: l’europarlamentare Carlo Fidanza, Mario Mantovani, Paola Frassinetti, Geronimo La Russa, il consigliere regionale Federico Romani. Nessuna esultanza al momento della diffusione degli exit poll: «La fase impone serietà anche nei festeggiamenti e nella gioia, perché pensiamo agli italiani a tutti i problemi che hanno. Abbiamo una grande responsabilità», ha dichiarato.
E poi: «Dopo tanti anni di governo della sinistra senza aver vinto le elezioni, gli italiani pensano che non siamo dei mostri e che vale la pena di farci governare». Solo in tarda mattinata — a risultato ormai ampiamente acquisito — la si è lasciata andare, affidando ai social un messaggio di felicità: «Orgoglio, passione e coerenza: una notte che ci ricorderemo a lungo. Grazie Italia». Le dichiarazioni rilasciate nell’arco della giornata dei festeggiamenti delineano un manifesto politico dai contorni nitidi: «Gli elettori ci hanno premiato per la nostra coerenza e per non aver fatto inciuci con la sinistra, a differenza di altri partiti. La nostra è stata comunque un’opposizione patriottica: quando il governo prendeva decisioni giuste per gli italiani, noi abbiamo votato a favore. La compagine del nuovo esecutivo sarà a forte trazione FdI».
Ma il tema degli equilibri interni alla coalizione è da trattare con cura, soprattutto alla luce del sorpasso di FdI ai danni della Lega: alla Camera i meloniani hanno raccolto il 28,5% contro il 13,3% del partito di Matteo Salvini, mentre al Senato la forbice è di poco inferiore (27,6% contro 13,9%). Santanchè lo sa bene e, per questo, ha detto: «La coalizione deve restare coesa perché si vince tutti insieme. Manterremo il rapporto con gli alleati come nei territori in cui governiamo e governiamo bene».
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