Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

La nostra storia

Quasi 500 anni passati invano. I problemi ‘antichi’ della gestione di cavi, canali e rogge

Le gustosissime Provvisioni degli Argini e Dugali pezzo di storia cremonese e non solo idrografica

Fulvio Stumpo

Email:

lromani@laprovinciadicremona.it

10 Agosto 2013 - 17:11

Quasi 500 anni passati invano. I problemi ‘antichi’ della gestione di cavi, canali e rogge
Le celebrate ‘Provvisoni del Naviglio Civico’ sono una chicca, ma anche quelle degli ‘Argini e Dugali’ non sono da meno: danno una fotografia idrografica della Provincia Bassa e nello stesso tempo mettono in evidenza quelli che sono i problemi del sistema. Ebbene i documenti hanno quasi 500 anni eppure si occupano di questioni attualissime: argini da sistemare, consorzi e proprietari che non collaborano, cavi da ripulire, acque da incanalare, quote di associati che non vengono pagate. In questa rubrica si cercherà di sintetizzare, a puntate, lo scritto, e si scopriranno bellissime sorprese, già dall’introduzione fatta nel XVIII secolo da Francesco Arisi, giureconsulto, poeta e storico cremonese. Ecco cosa scrive l’intellettuale, con un avviso: i corsivi sono dell’autore dell’articolo.

«Tutte le volte che a me Avvocato nelle cause della Magistratura degli Argini e dei Dugali di Cremona e Provincia, si presentava l’occasione di consultare il libro intitolato: Provisiones Aggerum et Dugalium Agri Cremonensis stampato nella nostra città negli anni 1642 e 1683, lo facevo malvolentieri e appena l’avevo davanti agli occhi, lo rigettava con mano fremente; così era zeppo di errori e di mende (errori), dovuti, ritengo, a trascuratezza di tipografi, si che si sarebbe potuto benissimo chiamare, più che un libro, una robaccia informe e indigesta. Né sembrava che fossi io solo a provarne ira e dispiacere. Perciò i Nobili e Prudenti uomini che ora presiedono con grandissima cura al Tribunale degli Argini e dei Dugali e che a perenne ricordo dalla loro amministrazione hanno incaricato l’infaticabile Ragioniere della medesima Magistratura di rimettere in bell’ordine i registri dei documenti riguardanti questa materia e di fissare con ogni cura l’indice di tutte le cose e di dare, per quanto in breve, l’ultima mano a questa non lieve fatica, anche dietro i miei ripetuti lamenti, hanno stimato ottima cosa che un libro così mal combinato si ristampasse di nuovo, e in edizione migliore, reputando di fare cosa utile quant’altre mai. Ame poi, per quanto di modesto ingegno, fu poi consentito di rimettere di nuovo il libro sotto il torchio, perché moltissime cose potessi aggiungere, riguardanti direttamente questa materia.... A questa prefazione, per i lettori che si piccano di erudizione, parve bene premettere alcune ricerche intorno agli Argini e ai Dugali, anche perché gli amanti delle lettere e i cultori delle leggi possano vedere come, in questo libro, io non abbia assolto, semplicemente, il compito di correttore di bozze. Prima però vorrei che si sapesse che, quanto all’ordine della materia, nulla da me fu tolto o modificato; che, anzi, niente fu o tolto o aggiunto là dove si leggono scritte in lingua italiana, cose che, anche se talora non scritte bene, perché più chiaramente s’intenda di quello che io stesso non veda: ma io non son di quelli che credono sia un delitto se una parola sfugge che non sia già stata prima lavata in Arno. Ma lasciamo il fiume e torniamo agli Argini. Con questa parola Agger vien chiamata la terra ammassata che vien posta di rincalzo ad un bastione. La parola ha tuttavia molti altri significati. E’ ammassamento di pietre o di terra a rincalzo di bastioni fissi di un accampamento o di altra posizione, per fortificarla o per prenderla d’assalto (cosi come si vede in Isaia quando parla dell’assedio di Gerusalemme). Così pure in Cicerone (nella Lettera ad Attico). E poi significa ‘Strada militare, bersaglio formato con ammasso di terra, contro il quale scagliano i dardi i lanciatori, strada che si leva alta nel mezzo o lastricata (Eneide), altura formata da terra o da altra materia (Eneide), mucchio di terra che si fa quando si scava dopo l’inverno, all’appressarsi dell’estate, ad evitare che le radici essichino per il soverchio calore: dice Colimella (Columnella). Aggerare infatti è lo smesso che ammucchiare, far cumulo».

Fin qui dunque la prima puntata dell’introduzione di Francesco Arisi, che da buon intellettuale amante delle etimologie di isidoriana memoria scrive ben 12 pagine solo per spiegare il significato di ‘argini’ e poi arriverà quello di ‘dugale’.

La curiosità
Le Provvisioni degli Argini e i Dugali furono tradotti dal latino, in via definitiva e nella forma che oggi si conosce, nel 1929 da don Andrea Cugini. La decisione venne presa dall’allora presidente Alfredo Paloschi e dal consiglio di amministrazione proprio per chiarire alcuni punti oscuri della scrittura, composta in un latino ostico e non chiaro. Il tutto complicato da errori tipografici marchiani, depistanti e stravolgenti il contenuto e i significati. La Provvisioni comunque erano, e lo sono ancora, il testo fondamentale per il governo delle acque nella Bassa provincia cremonese. Ovvero quelle ‘sapienti e benefiche disposizioni’ necessarie a governare un sistema che rappresentava (e rappresenta) una delle ricchezze più preziose del territorio.
Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400

Prossimi Eventi

Mediagallery

Prossimi EventiScopri tutti gli eventi