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Desirelli, una vita vissuta con libertà e creatività

Dalla musica alla pittura: la storia d'amore e d'arte e l'appello della moglie per valorizzarne l'eredità

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

23 Dicembre 2025 - 13:02

Desirelli,  una vita vissuta con livertà e creatività

CREMONA - «Abbiamo vissuto 69 anni insieme: tre di fidanzamento e 66 di matrimonio, io sono nata il 2 marzo e lui il 3, uniti anche nella data di nascita. Durante il militare Nino da Porenone veniva a Cremona a trovarmi tutti i fine settimana. Abbiamo gestito per anni in corso Matteotti la Bottega d'arte, Nono è stato il mio maestro, il mio amico, il mio compagno. Abbiamo vissuto d'arte, con mille difficoltà, ma spinti dalla medesima passione. Ed ora è come se mi mancasse l'ossigeno».

Luisa Poles è una signora minuta a cui brillano gli occhi non appena parla del suo Nino, scomparso a fine novembre dell'anno scorso. Nella sua casa museo di Cavatigozzi è circondata dalle opere del marito, i cavalli come le forme degli anni Sessanta e Settanta, un viaggio nel secondo novecento artistico che meriterebbe attenzione.

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«Mi piacerebbe che il ricordo di quello che è stato mio marito, come artista oltre che come uomo potesse non andare perso — spiega —. Ho contattato l'assessore alla cultura Rodolfo Bona, invitandolo a vedere l'opera di Nino. Ma mi chiedo se non ci sia nessuno in città ad essere interessato a valorizzare l'opera artistica ed eclettica di mio marito».

Mentre ne parla gli occhi le si inumidiscono e con alcune foto in mano cerca di raccontare Nino Desisrelli, io suo mondo. «Era un artista a tutto tondo — racconta —. Negli anni '50 mio marito iniziò la carriera di sassofonista e bassista con il gruppo musicale 'I Vichinghi' spesso in tournée nei night club Italiani insieme a musicisti come Gianni Basso, Chet Baker e molti altri jazzisti dell'epoca alla Rupe Tarpea e alla Taverna Messicana — racconta ».

Fra l'altro, 'I Vichinghi' includevano nella loro formazione il caro amico Gian Paloschi alla batteria, il quale poi scrisse alcuni articoli ed un libro su 'I Vichinghi' intitolato: Quelli eran giorni. Quando 'I Vichinghi' si sciolsero, all'inizio degli anni '60, mio marito iniziò la sua carriera di pittore.

Come si può vedere le sue opere riflettono il suo interesse per il mondo animale, le scienze naturali ed in particolare per la fluidodinamica. I suoi primi dipinti, disegni e stampe sono figurativi, raffigurano gli animali in movimento. L'elemento dinamico è sempre presente nelle sue opere, sia apertamente evidente o implicito. Nei lavori successivi gli elementi della fauna selvatica e della fluidodinamica si fondono gradualmente in quella che diventa un'esplorazione dello spazio.

Poles fa una pausa e poi: «Ad un certo punto decidemmo di partire per fare un tour in Europa, furono mesi incredibili, all'insegna dell'arte e della creatività. Eravamo così giovani e innamorati, ma questo sempre, fino all'ultimo — racconta —. Io e lui dipingevamo en plein air, le persone erano affascinate da quei due giovani, i nostri gesti diventavano danza, ci ha detto qualcuno. L'attenzione su di me si posava per la velocità della pennellata e per l'immediatezza dell'esecuzione. Un'altra vita, ma un'esperienza che ci ha confermato che di arte potevamo vivere, a tratti sopravvivere, ma abbiamo avuto un figlio, lo abbiamo fatto studiare e ora lavora al Cern di Ginevra.

Ciò che Poles racconta è intorno a lei, la sua vita è nella casa museo di Cavatigozzi e viene da pensare che sarebbe un peccato che tale patrimonio di vita e d'arte andasse disperso. Viene da pensare al museo cittadino, ma anche alla Fondazione Città di Cremona che dell'arte del '900 ha fatto un suo specifico.

E sembra di potere condividere quanto Elda Fezzi scrisse di Desirelli, facendo proprio riferimento alla sua casa museo: «Nel suo laboratorio situato in una borgata cremonese, Desirelli dipinge lucidi vortici elicoidali e a tempo e costruisce aeromodelli. La stessa passione e la cura artigianale la si avverte sia nella dimensione di composizione complesse e cromatica che nella costruzione di congegni aerodinamici. L'altra grande passione di Desirelli sono gli aeroplani — scrive Elda Fezzi —. Osservando da vicino e con una continuità, il lavoro di Nino Desirelli, si ha la netta di misura di come la pittura abbia il suo cuore come esercitazione dei sensi di chi la pratica. Essa offre la possibilità di dare concretezza ad un tipo di visione non comune».

Il racconto di Luisa Poles Desirelli non è solo il racconto di una vita, ma di una passione per l'arte e del desiderio che l'opera di Nino Desirelli non venga dispersa e trovi una sua casa e cura istituzionale. Chi si occupa d'arte è chiamato in causa.

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