L'ANALISI
22 Luglio 2025 - 11:14
Gli italiani Nastyville (FOTO Roberto Marchiotti)
CREMONA - Chris Boltendahl, cantante dei Grave Digger, che cerca gli organizzatori per restituire la salvietta, perfettamente piegata, usata sul palco. Michael Sweet, batterista dei Crashdïet che suona con talmente tanta foga che si ferisce le mani e deve ricorre alle cure del 118. Il fan club dei Running Wild che celebra la band tedesca con un sabato intenso e ricco di gioia e felicità. I Cradle Of Filth con il loro consueto look che sembra disegnato da Tim Burton in persona. Un argentino e un tedesco che dopo aver assistito al festival, ieri mattina si sono presentati alle Colonie padane per unirsi ai volontari e dare una mano.
Sono solo alcune istantanee della settima edizione del Luppolo in Rock che ha riempito nel fine settimana le Colonie padane, gli alberghi e la città di fan provenienti dal tutto il mondo per assistere al festival metal che sta conquistando sempre più consenso da parte del pubblico e degli addetti ai lavori.
Sul palco 25 band con un livello artistico e tecnico (Firewind e Coroner esempio lampante di questo) altissimo. A contribuire all’ottima riuscita del festival tanti musicisti italiani, che ormai hanno conquistato ‘un posto al sole’ tra le band, come il chitarrista Francesco Marras e il cantante Jacopo ‘Jack’ Meille dei Tygers of Pan Tang.
La nota sorprendente e piacevole è la declinazione del metal sempre più al femminile. Al Luppolo la presenza femminile italiana ha avuto il volto e l’abilità della chitarrista dei Primal Fear, Thalìa Bellazecca (di Cantù) e della bassista degli Infected Rain, Alice ‘Lane’ Pandini (di Lodi).
Il Luppolo in Rock, come sempre, non si è dimenticato delle band locali. Quest’anno la rappresentanza cremonese, cremasca e casalasca era composta da Crimson Dawn, Sexperience ed Embryo che hanno dato prova di grande personalità e professionalità, senza sfigurare al cospetto di mostri sacri — oltre a quelli già citati — Pretty Maids, Candlemass e Necrodeath. E poi c’è stato l’ottimo audio, giudicato da molti perfetto, grazie allo staff di Acid Studio che ha contribuito in modo fondamentale alla riuscita del festival.
«Il bilancio del festival è molto positivo — commenta Massimo Pacifico, patron dell’iniziativa e presidente dell’associazione culturale Luppolo in Rock —. Stiamo crescendo anno dopo anno e, personalmente, sono molto soddisfatto. Stiamo crescendo e vorremmo che anche Cremona crescesse insieme a noi, perché l’unico rammarico che ho è che, mi sembra, la città dimostra poca considerazione nei nostri confronti, nonostante l’indotto che questo festival produce nel territorio. Ormai abbiamo raggiunto una dimensione internazionale, siamo impegnati nel sociale, ma a volte non trovo un riscontro concreto di tutto questo. Mi piacerebbe ci fosse una maggior fiducia e considerazione nei confronti del Luppolo in Rock. Tornando al festival, anche quest’anno abbiamo portato band che difficilmente passerebbero da Cremona e tutto è andato molto bene».
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