L'ANALISI
03 Ottobre 2024 - 15:15
CREMONA - Domani, 4 ottobre 2024, alle ore 21, presso La Gare des Gars’ - Officina sociale, in Via Dante, 90 (Cremona), con ingresso libero, sarà proiettato il mediometraggio 11 giorni tra le mura del carcere, diretto da Nicola Zambelli. Il breve film (35 minuti) è una miniserie documentaristica sul carcere Nerio Fischione di Brescia, già Canton Mombello, il penitenziario più affollato d’Italia.
Il regista bresciano sarà presente alla proiezione e sarà affiancato da diverse voci cremonesi, allo scopo di approfondire alcuni aspetti giuridici, sociali e politici del carcere. Carmine Caletti dialogherà con l’autore riguardo agli aspetti puramente filmici del lavoro e modererà la serata, a cui interverranno: Paolo Carletti, assessore del Comune di Cremona; Andrea Daconto, avvocato; Andrea Franzini, educatore di prossimità; Vittoria Loffi, segretaria dell’Associazione Radicale Fabiano Antoniani di Cremona; Enrico Platé, operatore sociale.
Il film è anche stato pubblicato su Instagram in puntate da un minuto ciascuna: è la formula originale di un documentario che offre uno sguardo profondo e autentico sulla quotidianità di chi vive dietro le sbarre. Giorni che, nel mondo quotidiano, scorrono inverosimilmente simili ognuno all’altro, veloci e semplici: lo spettatore viene coinvolto nella vita e nelle riflessioni di un gruppo di detenuti della casa circondariale. Il lavoro è l’esito di un percorso di giustizia riparativa, in cui i detenuti hanno raccontato le loro storie alla cinepresa di Zambelli.
La serata è organizzata dalla Camera Penale di Cremona e Crema e da La Gare des Gars’ - Officina sociale della Cooperativa Cosper, all’interno del ciclo di incontri La Trama dei Diritti, è promosso dal Csv Lombardia Sud e gode del patrocinio del Comune di Cremona.
«Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato» (Art. 27 della Costituzione).
Nel solo anno 2024, a oggi, ben 73 persone detenute hanno deciso di togliersi la vita nelle case circondariali. Una vera e propria morte di pena, che in realtà assomiglia a una vera e propria pena di morte – seppur indirettamente comminata – che ogni società che si definisca civile deve contrastare con ogni mezzo, e velocemente. Non c’è più tempo.
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