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LA SCELTA

Derubata in tribunale, ma l’avvocata ritira la querela

Vittima Raffaella Parisi: «Fatto lieve, non voglio intasare la giustizia»

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

03 Ottobre 2024 - 11:30

Derubata in tribunale, ma l’avvocata ritira la querela

Il tribunale di Cremona e l'avvocata Raffaella Parisi

CREMONA - A metà settembre di quattro anni fa, aveva denunciato la ladra che in tribunale, dopo averle chiesto un parere, le aveva sfilato il portafoglio dalla borsa. Abituata a difendere imputati e assistere «persone offese», stavolta Raffaella Parisi, avvocato, ha toccato con mano che cosa significhi essere «dall'altra parte», vittima di furto. Ieri, al processo ha ritirato la querela e non perché abbia perdonato l'imputata. «Ho deciso di fare la querela — ha spiegato —, perché è giusto che una persona, quando commette un reato, abbia un procedimento», ma «successivamente, ho deciso di non proseguire per non intasare la giustizia, essendo già intasata e, quindi, ritenevo superfluo costituirmi parte civile. Sono sempre stata dall'altra parte, ho però capito che cosa significa quando una persona ha un danno. Per me si tratta di una lievissima cosa, ma anche una lievissima cosa comporta un disagio e un disguido. Mettersi dall'altra parte serve a capire quello che subiscono le parti offese».

Una «signora gentile», la ladra, raccontò quattro anni fa l'avvocato Parisi, il fiato allenato grazie alla corsa. Quel giorno in tribunale lei rincorse e smascherò la ladra che dalla borsa le aveva sfilato il portafoglio. «È di Crema e nota all'ufficio», le dissero i poliziotti che in Questura identificarono la ladra.

Il furto fu messo a segno prima delle dieci del mattino. L'avvocato Parisi attendeva di accedere alla cancelleria penale dibattimentale. Poco distante c'era una donna, in attesa anche lei. «Una signora robusta con una borsa colorata». Avvocato e cliente in coda si misero a chiacchierare. La «gentile signora» ne approfittò, chiedendo un consulto legale. Alle 9.50, l'avvocato Parisi entrò in cancelleria. Sul tavolo della sala d'ingresso lasciò toga, valigetta e borsa. Restò pochi minuti in cancelleria, poi uscì dal palazzo di giustizia e si incamminò verso lo studio. Quando dalla borsa prese lo smartphone, si accorse che il portafogli non c'era più.

Con il cuore in gola, tornò in tribunale, cercò il portafogli nella sala d'aspetto della cancelleria, ma il portafogli non c'era. La cancelliera le ricordò di quella «signora robusta» in attesa con lei alcuni minuti prima. E le diede una dritta: «Nel frattempo si è recata in Procura». Passo veloce, l'avvocato Parisi raggiunse il palazzo della Procura. «La signora robusta» era lì, al piano terra, davanti allo sportello numero 7. «Signora, ha visto il mio portafogli?» «No, non l'ho visto». L'avvocato prese coraggio: «Può, per cortesia, aprire la borsa?». Et voilà, spuntò il suo portafogli di colore bordeaux. L'avvocato chiamò un pubblico ufficiale, il quale allertò la polizia. Intanto, la ladra restituì il portafogli con il cash.

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