L'ANALISI
02 Marzo 2024 - 15:58
CASALBUTTANO - «Con ‘L’onesto fantasma’ di Edoardo Erba ho mantenuto la promessa fatta all’amico Bruno Armando, scomparso l’8 marzo del 2020 e con cui ho condiviso quasi quindici anni di teatro e di amicizia: torno in teatro con lui, malgrado tutto, malgrado la morte ce lo abbia strappato via», racconta Gianmarco Tognazzi che questa sera (ore 21) sarà al Bellini con lo spettacolo che condivide con Renato Marchetti e Fausto Sciarappa, tutti parte della medesima avventura e amicizia teatrale, Armando compreso e presente in video. Attore di teatro, Armando è stato spesso al fianco di Tognazzi . Ha recitato con lui ne Il rompiballe di Francis Veber, con la regia di Andrea Brambilla, in Prima Pagina di Ben Hecht e Charles MacArthur con la regia di Francesco Tavassi, o ancora in Die Panne di Friedrich Dürrenmatt, rispettivamente visti a Soresina, Casalbuttano e al Ponchielli nella prima decade degli anni Duemila.
Lei torna nel Cremonese dopo un anno, L’onesto fantasma è stato in cartellone al Sociale di Soresina la passata stagione e ora farà tappa al Bellini di Casalbuttano. Cosa è cambiato da un anno a questa parte?
«Ho avuto la conferma che L’onesto fantasma funziona, piace e permette di riflettere sull’assenza e sull’amicizia al di là della morte. Abbiamo portato lo spettacolo un po’ ovunque e il pubblico ci dimostra affetto, si diverte e si commuove, anche se non è detto che conosca la storia di Bruno. Anche nelle sostituzioni, la normalità in teatro, è accaduto che l’amicizia per Armando ci abbia fatto trovare la soluzione. Così, nelle date in Sardegna, Massimiliano Franciosa ha sostituito Fausto Sciarappa: entrambi sono legati da amicizia, dalla medesima compagnia e dall’affetto per Armando».
Le relazioni possono durare, anche in un luogo effimero come il teatro?
«L’onesto fantasma credo ne sia la prova, è nato da una promessa: che saremmo tornati in scena insieme e ci siamo riusciti grazie all’amico Edoardo Erba che con affetto e creatività ha scritto il testo pensando alla gentilezza, alla personalità di Armando, ma non un testo su Armando. Con Armando, Marchetti e Sciarappa abbiamo fatto quasi quindici anni di teatro insieme. Pur se le nostre strade prendevano direzioni diverse, come impone questo mestiere, il recitare insieme era un modo per ritrovarsi, fare gruppo, perché il teatro è questo: è relazione e, nei momenti più felici, è anche un luogo dove si possono incontrare amici veri».
Di questo parla L’onesto fantasma?
«Edoardo Erba conosce la nostra storia, conosceva Armando e ha scritto un testo su noi e su di lui, ma senza essere un lavoro biografico. È un lavoro sul teatro che parla di un’amicizia speciale, di quelle amicizie nate sul palcoscenico e che, quando sono vere, condividono tutto. I tre attori si ritrovano insieme, dopo la perdita improvvisa di un comune amico. Uno di loro ha fatto carriera, gli altri due hanno bisogno di lavorare e decidono di mettere in scena Amleto. Da qui il pretesto e il gioco inventato da Erba, una sorta di specchio in cui io e gli altri ci siamo rivisti e riflessi».
Da qui l’onesto fantasma?
«I tre affidano all’amico scomparso il ruolo del fantasma e così, anche per noi, Bruno Armando torna in scena come con Il rompiballe o Prima pagina. Anche questa è la forza del teatro: mantenere vivi i legami, creare relazioni al di là del tempo e perché no, della presenza fisica. E non nascondo che recitando e pensando a Bruno me lo immagini con Ugo in tournée chissà dove e credo che entrambi, divertiti, guardino al nostro spettacolo».
A proposito di Ugo, il 23 marzo – giorno del compleanno di suo padre - sarà in città per la proiezione allo Stanga de Il Federale?
«Ed anche per la consegna delle luminarie di Cremona per Ugo alla Tognazza di Marianna Zeni mentre il volto di papà che nel centenario ha addobbato via Solferino verrà portato a Velletri, nella casa museo. La mattina vedrò insieme ai ragazzi Il federale di Luciano Salce, film che rappresenta un punto di passaggio, la consacrazione al cinema di papà. Poi la giornata cremonese procederà con la consegna delle luminarie che abbiamo preso all’asta».
Il rapporto fra gli eredi Tognazzi e la città di Ugo non viene meno.
«È un augurio che io e i miei fratelli ci facciamo. Siamo grati al sindaco Gianluca Galimberti e a tutti coloro che si sono dati da fare per ricordare papà, per perpetuarne la lezione umana e artistica nella città che lo vide crescere e poi spiccare il volo. Non è una cosa così frequente e abituale. Per questo mi preme sottolinearlo e augurami che chi governerà la città nei prossimi anni possa continuare il percorso iniziato e che rende giustizia e memoria alla storia di Ugo e della sua arte. Rimane un rammarico».
Quale?
«So di condividere la medesima sensazione col sindaco Galimberti, ovvero il fatto che non si sia trovata una soluzione possibile per recuperare e riaprire le sale cinematografiche Tognazzi nel cuore della città. Tutte le volte che ci passo davanti mi si stringe il cuore e ricordo la festosa inaugurazione di oltre trent’anni fa in cui erano intervenuti tutti gli amici di Ugo. Il mio desiderio e augurio è che si tornino ad accendere le luci del cinema Tognazzi».
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