L'ANALISI
29 Gennaio 2024 - 05:10
CASALMAGGIORE - l via libera dell’Ufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici guidato da don Gianluca Gaiardi è già arrivato, ora manca quello della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio, presieduto da Gabriele Barucca, teoricamente pronto entro le prossime due settimane, e poi nella chiesa di San Leonardo si potrà dare il via all’intervento di restauro della cappella dell’Ultima Cena, presentato sabato pomeriggio sul posto dalla restauratrice Maria Cristina Regini e dall’architetto Damiano Chiarini. Un lavoro da 75mila euro.
A introdurre l’illustrazione è stato il parroco don Claudio Rubagotti: «Negli anni passati sono state restaurata la cappella della Madonna, la parte absidale e altre tre cappelle. La chiesa di San Leonardo, dal punto di vista strutturale, è quella messa meglio a Casalmaggiore, se la paragoniamo a San Francesco, al Duomo e a San Sebastiano che è fatiscente. È una chiesa molto antica ma il tetto è sano, almeno della navata. Andrebbe rivista la copertura dell’abside. Mettiamo mano ora a questa cappella, molto bella, altrettanto quanto quella, elegantissima, che la fronteggia, della Madonna. Un privato ha già versato 10mila euro per finanziare questi lavori». L’operazione è stata affidata all’architetto Chiarini e alla restauratrice Regini, «scelta perché lei spicca per la capacità filologica di rispettare la storia», caratteristica importante dovendosi mettere mano «a una cappella molto delicata».
La restauratrice ha ricordato che di San Leonardo esistono tracce risalenti al 1300, cosa che ne fa forse la chiesa più antica della città. «Sicuramente nel 1300 era la più importante in virtù della sua posizione legata ai traffici del vicino fiume Po».
Il restauro dovrà mettere mano a ridipinture invasive: «Il primo problema è riconoscere i materiali costitutivi degli intonaci dipinti. Ci sono foglie d’acanto su moduli igeometrici ripetitivi che ci fanno sperare in possibili reintegrazioni pittoriche. Necessaria sarà la pulitura dei modellati di intonaco con finiture in stucco e in oro. Confidiamo che la pulitura delle parti con dorature in oro rendano un maggior contrasto».
La pulitura riguarderà anche i materiali lapidei, il legno policromo e il metallo della balaustra. Chiarini ha aggiunto che «la chiesa venne restaurata nel 1629, quando fu realizzata la cappella, e rimaneggiata nel 1806. Diverse le stratificazioni presenti». Ha inoltre precisato che dall’operazione «non ci si deve aspettare una restituzione al ‘nuovo’, proprio per i dettami previsti dal restauro conservativo».
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