L'ANALISI
TEATRO PONCHIELLI. L'INTERVISTA
13 Ottobre 2023 - 08:11
Edoardo Bennato riporta la grande canzone italiana al Ponchielli per un appuntamento straordinario in favore del Comitato Lombardia di Fondazione AIRC
CREMONA - Un canzoniere di successi che farebbe impallidire chiunque, un pubblico fedelissimo e la capacità di sorvolare decadi e mode. Edoardo Bennato riporta la grande canzone italiana al teatro Ponchielli questa sera alle ore 21 per un appuntamento straordinario in favore del Comitato Lombardia di Fondazione AIRC. Un concerto per cantare e per raccogliere fondi a sostegno dei migliori progetti di ricerca per la cura del tumore al seno. Ancora pochi biglietti disponibili a partire da 35 euro sia sul circuito VivaTicket sia presso la biglietteria del teatro aperta ancora oggi dalle 10 alle 18 e questa sera prima dell’inizio dello spettacolo. Reduce dal successo del suo ultimo live, tenuto proprio al Ponchielli, nel 2018, il cantante napoletano è di nuovo sulla strada per fare tappa un po’ ovunque lungo lo Stivale.
Saranno due ore di grande musica, video coinvolgenti e numerosi momenti di interazione con il pubblico: Bennato propone infatti un’esperienza emozionale attraverso brani e melodie che sono entrati a far parte dell’immaginario collettivo come L’isola che non c’è o Il Rock del Capitano Uncino. Ad affiancare Bennato sul palco ci sarà la BeBand, la formazione storica che lo accompagna da moltissimo tempo.
Il tour è un viaggio fra i tanti classici della canzone che lei ha regalato al pubblico. Quando sale sul palco le sue canzoni sono vecchie amiche che ogni volta trova un po’ cambiate, oppure mondi nei quali il tempo si è fermato? «Se si ascoltano i testi delle mie canzoni si potrebbe avere la sensazione, per le tematiche trattate all’interno di esse, di sfogliare un quotidiano di oggi e magari, anche quello di domani».
Viene da sempre descritto come un artista ‘non controllabile’, allergico anche alle etichette politiche. Nel corso della sua carriera questa indole le ha procurato più intralci o più soddisfazioni? «Gli impresari di partito/Mi hanno fatto un altro invito/E hanno detto che finisce male/se non vado pure io/ al raduno generale/ della grande festa nazionale… Io sventolo una sola bandiera quella del Rock!».
A Cremona suonerà per una causa importante, in favore di AIRC. Lei conduce una vita dove lo sport è presente e le cattive abitudini sono bandite. Questa sua cura per lo stile di vita c'è da sempre? «Ho praticato sport per tutta la vita: calcio, corsa, windsurf ma uno in particolare… uno sport tutto mio che pratico dovunque: saltare i gradini anche cinque e più alla volta. È più forte di me, quando vedo una scalinata devo per forza saltare i gradini in questo modo. Invece dico che bisogna sostenere concretamente Fondazione AIRC per aiutare la ricerca a sconfiggere definitivamente il cancro».
La musica è ormai liquida, i vinili sono solo per collezionisti e spesso i nuovi successi sono decretati dalla viralità dei social media. Come si trova, da veterano, in questo sistema? «Non mi pongo il problema, faccio la mia musica e vado avanti e comunque, per fortuna, ci sono sempre i live per farsi ascoltare».
Napoli negli ultimi anni è una città sempre più di moda. In queste ascese ci sono sempre molte luci, ma anche alcune ombre che rischiano però di tradire l’anima di una città. Da napoletano è un rischio che sente? Come sta oggi Napoli? «Napoli è la mia città. È tutto e il contrario di tutto, ma soprattutto per chi fa musica rock è il territorio ideale da cui attingere parametri di vita, paradossi, contraddizioni. Insomma c’è una tale vitalità, sia nel bene che nel male, che io non saprei vivere in un altro posto e mi ritengo fortunato perché vivo nella città forse più bella al mondo, con tutti i problemi che conosciamo».
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