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Arte cremonese. Angelo Massarotti, benefattore e amico fedele

A 300 anni dalla morte, ritratto pubblico e privato del pittore attivo tra Cremona e Roma tra il XVII e il XVIII secolo

23 Settembre 2023 - 08:28

Arte cremonese. Angelo Massarotti, benefattore e amico fedele

Massarotti, Riposo nella fuga in Egitto, ubicazione sconosciuta, opera venduta all’asta a Parigi nel 2011

CREMONA - Quest’anno ricorre il terzo anniversario della morte di Angelo Massarotti (Cremona 1653-1723), uno dei maggiori pittori cremonesi, vissuto tra il XVII e il XVIII secolo, la cui arte è stata apprezzata anche oltre i confini della sua città natale. È infatti sufficiente ricordare il periodo trascorso a Roma tra il 1674 e il 1681, durante il quale, oltre che completare la sua formazione artistica, riceveva importanti commissioni, come la decorazione della cappella di Santa Lutgarda in San Salvatore in Lauro, la chiesa della comunità marchigiana a Roma, e la realizzazione di cinque tele oggi presenti nell’oratorio dell’Annunziatina, a pochi passi da piazza San Pietro. Questi successi sono il risultato delle sue innegabili capacità artistiche, ma anche della sua personalità e della sua capacità di entrare facilmente in relazione con le persone che incontrava.

Un’amicizia di particolare importanza era quella con il pittore marchigiano Giuseppe Ghezzi, noto anche come infaticabile organizzatore della vita culturale e artistica del tempo nella capitale pontificia. Testimonianza di questo legame è il ritratto dello stesso Ghezzi eseguito da Massarotti, conservato attualmente presso il Museo Fesch di Ajaccio. Sul retro della tela una scritta definisce il pittore cremonese «amicus ed (f)idissimus». Se l’accettazione del Massarotti nella comunità artistica romana fu ulteriormente suggellata dal suo ingresso nell’Accademia di San Luca e in quella dei Virtuosi al Pantheon, non è da meno il fatto che a lui venisse affidato il compito di seguire personalmente la formazione di qualche pittore alle prime armi. È il caso del giovane Pietro de’ Pietri che diventerà anch’egli un famoso artista, nonché membro dell’Accademia di San Luca.

Massarotti, Madonna con Bambino che dorme dipinto realizzato in occasione dell’ammissione del pittore all’Accademia di San Luca

Ma Angelo Massarotti fu anche un marito e padre esemplare. Tornato a Cremona nel 1681, qualche anno dopo, il 20 giugno 1688, sposava Teresa Resta, da cui ebbe cinque figli: Angela, Lutgarda, Vincenzo, Ignazio e Anna. La primogenita, Angela, entrerà nel convento cremonese del Corpus Domini, nella cui chiesa verrà sepolto il padre. La secondogenita, Lutgarda, prenderà il nome dalla santa a cui è dedicata la cappella di San Salvatore in Lauro e avrà come padrino di battesimo lo scultore Giacomo Bertesi, caro amico del pittore (da parte sua Angelo sarà il padrino al battesimo di Margherita e di Angelo, rispettivamente figlia e nipote del Bertesi). Lutgarda frequenterà poi il Collegio della Beata Vergine e il padre pagherà le rette scolastiche anche con le sue opere pittoriche. Vincenzo morirà in giovanissima età, mentre Ignazio verrà avviato all’attività pittorica, ma con scarso successo.

Oltre che affermato artista e devoto padre di famiglia, Angelo Massarotti era anche impegnato attivamente nella vita religiosa e sociale della sua città. Così lo si conosce membro di alcune confraternite, tra cui quella di Sant’Omobono, in cui ricopriva le cariche di Priore e di Tesoriere. Per la sua autorevolezza, la confraternita gli affidò l’incarico di rappresentarla nella delicata causa sorta con il convento milanese dei Padri Teatini di Sant’Anna. Proprio grazie ai suoi buoni uffici, la controversia venne risolta con un accordo che prevedeva un pagamento ai Teatini di 600 lire cremonesi da parte della confraternita; di circa metà della somma se ne fecero carico i soci e, tra questi, il pittore che vi contribuì con ben 100 lire. Il suo nome compare anche tra gli «officiali della Veneranda Confraternita del Riscatto», un’associazione nata con l’obiettivo di raccogliere fondi per la liberazione dei cristiani catturati dalle navi dei pirati saraceni.

Ma la generosità di Massarotti si manifestava anche attraverso atti concreti di solidarietà che coinvolgevano direttamente lui e la sua famiglia. È il caso dell’ospitalità offerta a un giovane soldato francese di ventiquattro anni, Claudio de Beavois, gravemente ferito durante gli eventi legati alla guerra di successione spagnola nel 1702, quando le truppe austriache entrarono in Cremona. Il giovane soldato venne accolto in casa del pittore e curato con affetto fino alla sua morte. Infine, merita di essere raccontato un aneddoto a lui attribuito. Mentre si trovava a Milano per alcune commissioni artistiche, utilizzava come modella una «donna perduta», che riusciva a sopravvivere grazie alla mensa dei poveri del convento di San Francesco. L’influenza del pittore cambiava la vita di questa donna che, riaccostatasi alla fede, diventerà Suor Annunciata della Carità, madre spirituale e benefattrice per molti bisognosi della città.

Angelo Massarotti moriva il 27 marzo 1723, «con dispiacere universale, e specialmente di tutti gli amatori delle bell’arti» (come scrive Giambattista Zaist) e veniva sepolto nella chiesa del monastero del Corpus Domini. Nel Libro dei morti della sua parrocchia, la chiesa dei Santi Giacomo e Vincenzo, è ricordato come «ecclesiae nostrae benefactor». 

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