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L'EVENTO

Concerto in quota con il Coro Paulli

Protagonista a Bassano e al Sacrario di Cima Grappa, dove sono custodite le spoglie di oltre 12mila caduti. Il canto degli Alpini, memoria della Grande Guerra

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

20 Settembre 2023 - 05:05

Concerto in quota con il coro Paulli

Il Coro Paulli al Sacrario

CREMONA - «Sul ponte di Bassano noi ci darem la mano»: i coristi del Coro Paulli non si sono dati la mano, ma sotto la direzione dell’inarrestabile e vulcanico Giorgio Scolari hanno richiamato centinaia di persone sul ponte, grazie alla loro esibizione estemporanea, in un concerto regalato in maniera spontanea alla storia, alla memoria e alla cittadinanza di Bassano del Grappa.

L’ensemble – nato oltre una sessantina di anni fa – si è fatto un regalo: ha voluto visitare i luoghi della Prima Guerra Mondiale, un modo per dare compiutezza nello spazio e nel tempo a una tradizione canora che rende ancora memoria l’immane tragedia della prima guerra mondiale. Nel cuore della pianura padana il gruppo lo fa da oltre sessant’anni, evocando cime innevate, stelle alpine e l’epopea dei caduti della Prima Guerra Mondiale.

coro

Il Coro Paulli nel concerto spontaneo sul ponte di Bassano

Il Coro Paulli ha fatto tappa al Sacrario di Cima Grappa che sorge alla sommità del massiccio del Grappa a quota 1.776. Il sacrario, costruito nel 1935, è stato realizzato su progetto dell'architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni. L’architettura, che s’ispira all’arte fortificatoria militare, custodisce 12.615 caduti di cu 10.332 ignoti. «Si tratta del secondo sacrario più importante d’Italia, dopo quello di Redipuglia – racconta Giorgio Scolari -. Ci siamo voluti fare un regalo per il nostro compleanno, abbiamo voluto visitare i luoghi della Prima Guerra Mondiale e assicuro che intonare i canti degli Alpini che combatterono in quei luoghi è stato particolarmente emozionante. Fa spavento leggere nomi e cognomi dei ragazzi che morirono al fronte, tutti poco più che bambini. I 2.283 caduti identificati sono disposti in ordine alfabetico e custoditi in loculi coperti da lastre di bronzo dove sono incisi il nome e le decorazioni al valor militare del Caduto. I resti dei 10.332 ignoti sono raccolti in urne comuni più grandi che si alternano alle tombe singole. Si respira un’aria irreale e il senso di dolore e di tragedia ti tocca intimamente, non sembra passato così tanto tempo. Così cantare in quei luoghi ha avuto per tutti noi un grandissimo e toccante valore culturale, etico ed emotivo».

I cantori hanno presenziato alla messa presso la cappella della Madonna del Grappa.

«Nella cappella, elevata a Santuario, è custodita la statua delle Madonnina del Grappa a cui è legata una storia di guerra che narra come essa venne mutilata da una granata nemica nel gennaio 1918. L’effigie venne benedetta nel 1901 dal Cardinale Sarto, poi papa Pio X – prosegue Scolari -. Dopo la messa abbiamo eseguito alcuni dei canti che fin dall’inizio della nostra attività sono in repertorio e che facciamo quasi in ogni concerto. Ma dopo tanti anni, averli cantati in un contesto come quello del Sacrario di Cima Grappa ha assunto tutto un altro valore. È stato come se quelle parole, quella musica e quei canti lì risuonassero in maniera più forte, più intima e trovassero una corrispondenza nei nomi, nei tumuli che conservano ciò che resta di chi perse la vita durante la guerra del ’15-‘18».

Dopo la visita al sacrario i coristi del Paulli insieme ai loro familiari hanno visitato la città di Bassano ed è lì che è stato naturale mettersi a semicerchio e intonare il brano, Sul ponte di Bassano: «Non ci siamo detti nulla – racconta -. Ci siamo guardati e quasi in maniera spontanea e naturale ci siamo posizionati a semicerchio e abbiamo cominciato a cantare. Non ci è voluto molto perché le persone si fermassero, oltre un centinaio di passanti fra abitanti di Bassano e turisti hanno assistito alla nostra piccola esibizione, nata dal cuore e dalla voglia di cantare quei brani che respirano l’aria, delle vette, dell’ambiente di questi luoghi in cui si è compiuta la parte più difficile e dura del primo conflitto mondiale. Ma la cosa incredibile è notare come grazie alla musica la storia di oltre un secolo fa diventi memoria, sia patrimonio comune, storia di uomini e sacrificio di soldati che ancora ci interroga e ci emoziona. E vedere oltre un centinaio di persone fermarsi ad ascoltarci e con noi intonare i brani più conosciuti è stata una vera emozione, un vero regalo per il nostro 62esimo anno di attività».

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