L'ANALISI
16 Marzo 2023 - 17:12
CASALMAGGIORE - Un festival per recuperare alla viva pratica musicale e all’ascolto le opere più significative prodotte dalla cultura musicale casalasca tra Seicento e Settecento, secoli di maggior splendore per la città di Casalmaggiore. Un percorso che inizia coi compositori Ignazio Donati (ca. 1569-1638) e Francesco Vignali (1609-1659), assunti “con pubblico stipendio” e col concorso delle principali confraternite per servire nelle chiese cittadine. La vitalità della cultura musicale locale è testimoniata ancora dal ruolo di rilievo assunto nella corte mantovana, già dalla fine del Cinquecento, da suonatori di strumenti ad arco provenienti da Casalmaggiore (i cosiddetti «violini di Casalmaggiore»).
Una tradizione che dà i suoi frutti migliori nella prima metà del Settecento, con Andrea Zani (1696-1757) e Carlo Zuccari (1704-1792), cultori delle principali forme violinistiche e orchestrali dell'epoca e protagonisti di un'importante fase espansiva della cultura strumentale italiana. Ambizione del festival è ricostruire il paesaggio musicale cittadino di quel tempo, mettendolo in relazione alle esperienze musicali maturate nel territorio circostante, in Italia e in Europa nello stesso periodo, così da evidenziare il contributo originale del territorio alla formazione e allo sviluppo del linguaggio musicale in età barocca.
Nella storia e nella cultura di Casalmaggiore, almeno a partire dal primo Seicento sino a inizio Ottocento, è costante il riferimento a Venezia come modello di vivacità economica e mercantile, di autonomia politica, di “saper vivere” civile. Lo storico locale Ettore Lodi nel 1629 ricordava: “Fu parimenti preso Casalmaggiore da' Veneziani, e ridotto che fu al suo dominio di molti privilegi l'onorarono e l'arricchirono, conoscendo bene essi quanto importasse a’ loro interessi per la sua situazione esserne padroni. Dal che allettati quei di Casalmaggiore venendo ben visti, e ben trattati largamente, cominciarono a trafficare in Venezia, conducendovi vino, gualdo, canape, ed altri suoi frutti, e nel ritornare ricaricavano le loro navi di spezierie e di altre mercanzie di maggior valore, e conducendole a Casalmaggiore divenne quel luogo molto principale, e di gran negozio, ed era come città; ed a guisa di una piccola Venezia da ogni contorno concorrevano genti a provvedersi”.
Qualche anno prima, nel 1623, Ignazio Donati dedicava l’imponente raccolta di musica sacra Salmi Boscarecci ai “Signori del Consiglio” di Casalmaggiore, ringraziandoli per averlo “condotto con stipendio, e onorario publico per Mastro di Capella in questa loro nobilissima terra. Alla quale parmi veramente, che non manchi di Città altro che il nome. Poiché ha un Popolo cosi numeroso, civile, nobile, e ricco; retto con governo tanto politico dal Consiglio di loro Signori Quaranta Decurioni; che rassembra una perfetta Aristocrazia. [...]. Ha tale, e tanto commercio di varie mercanzie, per esser costeggiata dal vasto fiume del Po; che per il gran porto de' Navigli, a gran trafico, che tiene, suol chiamarsi, Venezia Picciola”.
Ove, accanto all’esplicito elogio del dinamismo mercantile veneziano, si può leggere forse in filigrana un riferimento all’esemplarità dell’assetto politico della Serenissima, a quei “Serenissimi Duci della Libertà Veneziana” che Traiano Boccalini, solo un decennio prima di Donati, indicava come “quelli, che godono la più perfetta Aristocrazia, che giammai abbia avuta il Mondo”. A tali generici riferimenti si aggiunge un'esplicita connessione con la cultura musicale veneziana contemporanea: Donati stesso segnala di aver inserito nella sua raccolta alcune Messe in cui “Il Sanctus, e l'Agnus Dei si sono posti così semplici, e brevi alla Veneziana, per sbrigarsi presto, e dar loco al Concerto per l'Elevazione; e a qualche Sinfonia alla Communione”. L’esempio della Serenissima, dunque, era anche un modello di splendore e ricchezza musicali, con cui la città poteva adeguatamente autorappresentarsi e celebrarsi. Nel Settecento, poi, i compositori e violinisti casalaschi Andrea Zani e Carlo Zuccari, traendo verosimilmente profitto dal soggiorno mantovano di Antonio Vivaldi, si faranno seguaci e diffusori in Europa del modello concertistico vivaldiano, con esiti originalissimi.
Lunedì 24 aprile 2023, ore 21
Casalmaggiore è stata la patria di due illustri violinisti che hanno calcato le scene musicali europee del XVIII secolo. Il concerto è un viaggio armonico volto ad esplorare l’evoluzione della produzione di Andrea Zani (1696-1757) e Carlo Zuccari (1704-1792) per violino e basso continuo. Figura preponderante della serata sarà Andrea Zani, con l’esecuzione di brani tratti dalle Sonate da camera dell’opera prima, pubblicate a Mantova nel 1727 e ripubblicate a Parigi come opera terza, dalle sonate opera quinta, intitolate Pensieri Armonici, pubblicate a Vienna nel 1735, e dalle Sei sonate opera sesta, raccolta della piena maturità edita a Parigi nel 1744.
Di Carlo Zuccari verranno proposte due composizioni: una sonata tratta dalla raccolta “Sonate a Violino e Basso ò Cembalo, opera prima”, pubblicate a Milano intorno agli anni quaranta del Settecento, e un breve adagio, estratto dal trattato The True Method of Playing an Adagio (Il vero metodo di suonare un Adagio), pubblicato a Londra nel 1762, durante il periodo in cui Zuccari era membro dell’orchestra dell’Opera Italiana. Entrambi i celebri virtuosi, dopo gli anni di servizio prestati nelle diverse realtà musicali europee, tornarono in patria, nella terra che li aveva formati all’arte musicale, terminando la loro vita a Casalmaggiore.
Sabato 6 maggio 2023, ore 21
Nel 1646, Francesco Vignali, (Rivarolo Mantovano 1609-1659) allora Maestro di Cappella nella Terra di Casalmaggiore, dà alle stampe una singolare raccolta di mottetti, da due a otto voci con basso continuo, i Sacri Rimbombi di Pace e di Guerra (Venezia, Heredi del Gardano), dedicandola ai Decurioni della città. Costruita sul principio d’alternanza tra composizioni mariane “di pace” e altre di tema bellico in genere “concitato”, seguendo l’esempio del Monteverdi, la raccolta si presenta come una teatrale riproposizione, in chiave sacra, dei Madrigali Guerrieri e Amorosi del compositore cremonese, pubblicati nel 1638. Accanto ai Mottetti del Vignali verranno proposte opere di compositori con cui il rivarolese ebbe sicuramente a che fare: Maurizio Cazzati (1616-1678) attivo a Bozzolo, il cremonese Benedetto Pallavicino (1550 ca. -1601), attivo a Sabbioneta e, naturalmente, lo stesso Claudio Monteverdi (1567-1643).
Sabato 13 maggio 2023, ore 21
Profeti della Quinta:
Il programma riunisce due compositori che raramente vengono presentati fianco a fianco. Claudio Monteverdi è noto soprattutto per la sua musica drammatica, considerata oggi come l’origine dell’opera lirica, mentre Salomone Rossi (1570 ca. - 1630) è conosciuto, se non altro, come musicista ebreo che ha composto un'intrigante raccolta di musica liturgica ebraica. Eppure tra i due ci sono forti legami e somiglianze. Erano quasi coetanei e servirono entrambi per molti anni alla corte dei Gonzaga a Mantova, uno dei centri musicali più importanti d'Europa. Entrambi composero un gran numero di madrigali, utilizzando testi degli stessi poeti, in cui esplorarono l'espressione della poesia in musica. Entrambi progredirono con il tempo e il gusto musicale e furono i pionieri del “nuovo” stile musicale con il basso continuo.
Inoltre dovevano conoscersi personalmente e fare musica insieme: Rossi suonava a corte (a capo di uno scelto gruppo strumentale che comprendeva musicisti di Casalmaggiore), dove Monteverdi era il “Maestro della musica”, e i due collaborarono persino alla composizione di un “Intermedio” per i Gonzaga. La sorella di Salomone, nota come “Madama Europa”, era una cantante che si esibì nell'opera L'Arianna di Monteverdi e probabilmente anche in altre sue opere. Il programma intreccia madrigali appassionati e duetti giocosi a dignitose preghiere ebraiche, unendo alle voci di Rossi e Monteverdi quella del ferrarese Luzzasco Luzzaschi (1545-1607) il cui nome, a fine Cinquecento, aveva acquisito “tanta riputazione che ciascuno che pretende di farsi honore, si dichiara imitator suo”.
Sabato 20 maggio 2023, ore 21
All’apice della sua fama di violinista e compositore, Andrea Zani pubblica nel 1729 le Sei Sinfonie da camera ed altrettanti Concerti da Chiesa a quattro strumenti, opera seconda, dedicandoli al duca di Parma Antonio Farnese, probabilmente cercando, senza successo, di ottenere un incarico di prestigio a corte. Dopo diversi anni, nel 1733, ritroviamo il virtuoso casalasco a Vienna a seguito dell’invito del grande compositore veneziano Antonio Caldara, che ricopriva dal 1717 il ruolo di vice maestro di cappella di corte e che aveva da anni diversi rapporti con la terra di Casalmaggiore, avendo anche una propria figlia, Maria Sofia, consacrata nel convento di S. Chiara. Nei dodici concerti per violino dell’opera quarta, dati alle stampe a Vienna nel 1735, Andrea Zani si presenta nuovamente al mondo musicale europeo come un compositore maturo e audace, la cui cifra stilistica è caratterizzata da uno spiccato virtuosismo, in cui le appariscenti e innovative iperboli tecniche appaiono sempre soggette a una costante, espressiva cantabilità. I preziosi ed elaborati concerti per violino proposti in questa serata saranno inframezzati da due brevi introduzioni strumentali ad opere vocali di Antonio Caldara, composte nel periodo in cui Andrea Zani si trovava a Vienna.
Conferenze-concerto a cura di Stefano Ghirlandi, Pietro Magnani, Riccardo Ronda, Vittorio Rizzi
Giovedì 27 aprile 2023, ore 21
Sabato 6 maggio 2023, ore 17
Il progetto “Venetia Picciola” continua nell’ambito della masterclass estiva “Casalmaggiore International Festival”. Segui la programmazione del Casalmaggiore International Festival su www.casalmaggiorefestival.com.
Direzione artistica: Giuseppe Romanetti
Ricerca e organizzazione musicale: Stefano Ghirlandi, Pietro Magnani, Vittorio Rizzi, Riccardo Ronda
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