L'ANALISI
01 Febbraio 2022 - 11:35
CREMONA - E' uno dei pochi segni tangibili della presenza di Antonio Stradivari in città, visto che a ricordare la casa di famiglia che si affacciava sulla piazza di San Domenico resta solo una targa sul lato della galleria 25 Aprile che dà su piazza Roma. E a pochi metri di distanza, il monumento ai Giardini pubblici che richiama la tomba del grande liutaio è solo un cenotafio. Casa Stradivari, in corso Garibaldi 57, riaprirà al pubblico prossimamente e lo farà proprio nel segno della musica e della liuteria, riallacciando simbolicamente un nodo tra passato, presente e futuro. Il progetto della neonata Fondazione Casa Stradivari sarà presentato venerdì prossimo e sono previsti gli interventi del sindaco Gianluca Galimberti, dell’assessore alla cultura Luca Burgazzi e dell’assessore al turismo Barbara Manfredini. A parlare di quella che vuole essere un’officina musicale di respiro internazionale e con uno sguardo particolare rivolto ai giovani saranno i fondatori della fondazione, ovvero Fabrizio von Arx, Antonio Gambardella e Stefania Soldi. Dopo la presentazione alla stampa, già nel pomeriggio di venerdì sono previsti i primi de appuntamenti, che avranno luogo al Museo del Violino. Qui alle 16,30 sarà infatti proiettato il documentario For the next 300 years, parzialmente girato a Cremona, e a seguire è previsto il concerto di von Arx, che torna all’Mdv con il pianista Kit Armstrong.
«L’amministrazione comunale esprime grande soddisfazione per il recupero del bene – dice Burgazzi -. È molto positivo il fatto di aver attirato un finanziamento che viene da fuori città: questo dimostra che Cremona è una realtà attrattiva. Il progetto della Fondazione Casa Stradivari si inserisce bene nel contesto delle altre fondazioni culturali della nostra città, con le quali fa sistema. E questo è certamente un aspetto vincente». Con la nascita della Fondazione Casa Stradivari rivive e si restituisce alla vita culturale della città di Cremona un tassello fondamentale del panorama musicale nazionale e internazionale. È il luogo in cui tutto cominciò, perché proprio nelle stanze della Casa Nuziale, in cui Stradivari visse fra il 1667 e il 1680, germoglia il genio del liutaio cremonese. Il liutaio vi arrivò dopo il matrimonio con Francesca Ferraboschi, una vedova poco più grande di lui. In queste stanze videro la luce i suoi primi figli e i primi strumenti, tra cui il Clisbee 1669 della collezione cremonese.
«È qui che concepisce la sua visione della risonanza, ed è qui che prende forma il mito Stradivari, nel primo atelier del maestro liutaio – spiega Fabrizio von Arx, Direttore Artistico della Fondazione -. È una forte emozione far rivivere Casa Stradivari. Ma anche un grande impegno e una responsabilità. Questa Casa sarà ricca di idee e di ispirazione per i giovani musicisti. Dall’antica bottega vogliamo produrre iniziative musicali e culturali e dare nuovi impulsi alla diffusione del repertorio classico e del nome Stradivari nel mondo».
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