L'ANALISI
08 Gennaio 2022 - 05:15
Federico II chiedeva il parere degli astrologi anche prima di ogni battaglia
CREMONA - Una sera di fine estate, sotto gli influssi «benefici» del pianeta Marte, i soldati di Federico II, appena partiti da Cremona per assediare Parma, tracciano il solco per costruire la città di Vittoria, a pochi chilometri dalle mura parmigiane. Il rito e il nome bene augurante sono stati suggeriti dagli astrologi di corte - cristiani, ebrei, musulmani, molti scienziati e qualche ciarlatano -, che erano numerosi e soprattutto ben pagati. Era stuolo di uomini che seguiva l’imperatore ovunque andasse. Uno stipendio, il loro, in questo caso non meritato: i parmigiani faranno una sortita e Vittoria verrà rasa al suolo. L’imperatore si rifugia a Cremona e va su tutte le furie con i suoi astrologi, che avevano preso una cantonata solenne. Il racconto certifica l’importanza che l’astrologia assume fin dal Medioevo e la sua fortuna non verrà mai meno neppure ai nostri giorni. Così come è perenne la questione sulla divisione tra ciarlatani e studiosi della materia. Tra questi ultimi è da annoverare la cremonese Sonia Giudici, che dopo vent’anni di professione da manager alla Bocconi ha deciso di dedicarsi ai suoi studi preferiti: gli astri e la psicologia, dirigendo una scuola di settore.
Anche la Cremona medievale non si sottrae al fascino dell’astrologia. Che ci fosse un astrologo al servizio del Comune di Cremona è testimoniato da un documento datato 5 giugno 1305. È una «provvisione» emanata dalla potentissima Gabella Magna, in pratica il ministero delle finanze dell’epoca che si occupava di tutte le spese, e soprattutto le entrate (tasse) del Comune. Il documento spiega che gli organi collegiali (dai consigli) avevano dato l’incarico a «magistro Belino astrologo, eletto astrologo del Comune», inoltre viene spiegato che questo maestro Belino è forestiero. Ma non solo, la Gabella, sempre molto previdente, fissa anche la paga. Dalla provvisione non si comprende per quanto tempo duri l’incarico, si evince però che l’astrologo deve essere saldato con 17 lire imperiali.
Una tradizione consolidata, quella dell’astrologia a Cremona, una circostanza sicuramente conosciuta nelle altre città mediopadane e forse neppure tanto ammirata. Altrimenti non si comprende perché ancora due secoli dopo Ludovico Ariosto debba definire Cremona «terra di scioccaggine». Lo scrive in una delle sue cinque commedie conosciute, Il Negromante. L’astrologo protagonista abita in un albergo a Cremona, e al servo che lo prega di lasciare la città per altre terre da spolpare risponde: «Con sì poco bottino tu vuoi che sgomberi? Credi tu ch’io non abbia più di un traffico in questa terra di scioccaggine... intanto non ci mancano altri babbion che ci daran da vivere».
Tornando all’astrologo comunale, purtroppo le carte non spiegano cosa Belino dovesse fare e quale fosse il suo compito, ma considerato l’esempio di Federico II, molto probabilmente doveva interpretare gli astri e suggerire il momento buono per intraprendere un’impresa. Poteva dare consigli su una guerra (e quelle dei cremonesi erano giornaliere), sull’alzare le mura, su dove e come ‘tagliare’ un corso d’acqua e collegare due territori lontani, oppure costruire un ponte sul Po, alzare gli argini e abbellire sempre di più la cattedrale e il Torrazzo. Se i compiti di mastro Belino erano questi forse le 17 lire erano state spese bene.
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