L'ANALISI
19 Dicembre 2025 - 15:24
MONTICELLI - Le buone notizie sono due: è stato firmato il verbale di fine lavori per il primo lotto della ristrutturazione della basilica – che ha riguardato fondazioni, pavimenti, pilastri – e sono stati confermati i fondi ministeriali che permetteranno di terminare l’intervento. C’è però anche una brutta notizia: la collegiata di San Lorenzo Martire, chiusa dal 20 marzo 2023, non sarà riaperta in tempi brevi. Servirà infatti almeno un anno per rifare la progettazione del secondo e terzo lotto (accorpati), aprire il bando di gara e riavviare il cantiere.
L’ipotesi di una riapertura a fine 2025 era stata ventilata nel corso di un’assemblea pubblica lo scorso ottobre, ma ora sia don Stefano Bianchi sia l’architetto Paolo Villani spiegano che non sarà così «perché avrebbe poco senso smantellare il cantiere, fare trasloco e poi riallestirlo dopo qualche mese stabilendo una nuova chiusura». I tempi dilatati sono legati alle necessarie autorizzazioni della Soprintendenza metropolitana, che richiede un nuovo progetto che tenga conto anche delle varianti e dell’accorpamento di secondo e terzo lotto, da 2,7 milioni di euro: si interverrà su arcate, volte, tetti e facciata.
«I fondi ci sono e sono utilizzabili – precisa Villani –, manca però la copertura economica dei costi di redazione del nuovo progetto. Ci siamo già attivati contattando enti e aziende». Il sacerdote aggiunge che, come già anticipato, ad interessarsi alla questione è anche il consigliere regionale Luca Quintavalla. La speranza è di poter arrivare ad un finanziamento della progettazione nei primi mesi del 2026, per poi poter procedere con gli iter autorizzativi e il bando di gara. «Questa fase potrebbe durare un anno o un anno e mezzo, poi occorrerà altrettanto per i lavori – conclude Villani –, quindi si può supporre una riapertura della basilica fra tre anni. Anche se per ora resta fuori dagli interventi il riscaldamento, seppure predisposto».
Anche se non sono in corso lavori in basilica, e appunto sarà così per diversi mesi, è stato dunque deciso di non riaprirla se non a completamento dell’intervento. «Nel frattempo le messe continueranno ad essere celebrate nella chiesa del cimitero – spiega il don –, mentre le cerimonie come cresime e comunioni a San Nazzaro». Intanto, l’auspicio è che spuntino presto benefattori per sostenere la progettazione. E, magari, anche l’installazione del futuro riscaldamento.
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