L'ANALISI
16 Dicembre 2025 - 18:48
CREMONA - Una certezza. Nel 2017, il colonnello dell’esercito Onu di stanza in Ghana fu vittima di una truffa informatica. Ma ad oggi restano «ignoti» coloro che si inserirono nella trattativa commerciale tra il colonnello stesso e la Ocean Ovrseas Srl di Varese, fornitrice di frigoriferi, congelatori e cucina ai militari, elettrodomestici pagati 195mila dollari (182mila euro).
Altra certezza. Otto anni fa, il denaro non finì sul conto corrente dell’Ocean, ma - e qui c’è la truffa informatica messa a segno da ignoti - sul conto corrente di un’impresa di pulizie: la Aspide con sede a Ferentino (Frosinone). Il bonifico è del 21 febbraio del 2017. In quello stesso giorno, il denaro sparì. Fu poi speso anche per comprare una casa all’asta nel Cremonese.
Accusato di riciclaggio, oggi è stato assolto l’ex amministratore dell’Aspide «per non aver commesso il fatto». Lo stesso pm, Francesco Messina, aveva chiesto l’assoluzione, perché «l’imputato era amministratore dell’impresa di pulizie, ma solo formalmente; non è emersa la prova a dimostrare che sia stato lui a effettuare prelievi e bonifici».
«Il nostro assistito non era amministratore della società nel momento in cui la somma è arrivata sul conto corrente della Aspide, non vi è la prova che la somma sia passata nelle sue mani», ha detto l’avvocato Giuliana De Nicola. L’avvocato Luca Curatti ha aggiunto: «Il nostro assistito ha ricoperto la carica in un periodo antecedente l’accredito del 21 febbraio sul conto corrente». L’amministratrice arrivata dopo è già stata condannata a 4 anni di reclusione. E ha già patteggiato il figlio dell’imputato che era accusato di riciclaggio in concorso.
Con i soldi raccolti dai militari per la fornitura di elettrodomestici, non fu solo pagata la casa comprata all’asta giudiziaria per 53.555 euro nel Cremonese. Dal conto di Aspide partirono bonifici come i 65mila euro versati a una società che vende arredi. C’è, poi, l’assegno circolare da 10mila euro staccato al figlio (condannato) dell’imputato. E tre prelievi per un totale di 11.500 euro fatti dalla successiva ad di Aspide (condannata).
Come andò, l’ha spiegata alla scorsa udienza il general manager del colosso di Varese. «I Battaglioni sono composti da militari che, attraverso un intermediario, raccoglievano gli ordinativi. Noi mandavamo il nostro listino prezzi, emettevamo il pro‑forma, il pagamento anticipato, poi spedivamo». Il tempo passava, i soldi non arrivavano. «Abbiamo telefonato, ci dissero che i soldi erano partiti, ma noi non li avevamo ricevuti. Quando abbiamo capito che c’era qualcosa che non andava, siamo andati alla Polizia postale di Varese a denunciare l’accaduto. Poi, dalla Polizia postale abbiamo saputo che i soldi erano stati accreditati sul conto corrente di un’altra società con un conto corrente diverso dal nostro. La società beneficiaria del bonifico era un’impresa che si occupava di pulizie, niente a che vedere con il nostro business. Non so chi abbia fatto il bonifico all’Aspide». Da «cittadino italiano, questo resta un mistero».
Da general manager, «potete immaginare l’imbarazzo che si creò: i militari del Ghana avevano messo i soldi e la merce non arrivava. Certo che abbiamo cercato il contatto con il colonnello. Hanno mandato un emissario dal ministero dell’Esercito o della Difesa. Lo abbiamo accolto, gli abbiamo messo a disposizione tutto il nostro supporto per difendere i loro diritti».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris