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NELLE AULE DI GIUSTIZIA

Fornitura al battaglione Onu. «Quei 182mila euro riciclati»

A processo un 60enne residente in provincia e ex titolare della società coinvolta. Gli inquirenti della GdF: «Soldi spariti in 20 giorni»

Francesco Gottardi

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fgottardi@cremonaonline.it

11 Novembre 2025 - 17:27

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Il tribunale di Cremona

CREMONA - Una truffa ai danni di un battaglione Onu di stanza in Ghana, che avrebbe ordinato e pagato a una società cooperativa con sede in provincia di Frosinone una fornitura di mobili e elettrodomestici mai arrivata a destinazione.
Ma oggi nelle aule del tribunale di Cremona il processo non mirava ad accettare le responsabilità della truffa in sé, quanto piuttosto i responsabili del presunto riciclaggio di quei fondi illeciti.

Sul banco degli imputati un 60enne residente in provincia di Cremona, ex amministratore delegato della società in questione e titolare del conto corrente sul quale sono arrivati, e dal quale sono rapidamente usciti, i 182mila euro corrisposti dal colonnello delle Nazioni Unite.

Nell'ambito dei fatti sono tre i processi ‘fotocopia’ con l’accusa di riciclaggio mossa contro il 60enne, suo figlio e la nuova amministratrice delegata della società cooperativa, quest’ultima già condannata in uno degli altri procedimenti.
Il pm ha ricostruito, interrogando come testimoni due finanzieri che hanno svolto accertamenti sul caso, i rapidi movimenti di denaro che hanno portato il conto a svuotarsi: «65mila euro – ha ricordato uno degli inquirenti – vengono versati a una società di arredi, 53mila euro per l'acquisto di un immobile all'asta giudiziaria del Tribunale di Cremona, 10mila euro alla nuova amministratrice delegata a titolo di ‘compenso professionista’, 7.500 euro a titolo di acconto acquisto immobile, 16mila al figlio dell'imputato a titolo di ‘pagamento cessione quote’ e infine ci sono tre prelievi contati per la somma di 11mila e 500 euro».

Il maresciallo sentito dopo il collega ha evidenziato le tempistiche delle operazioni: «Il 21 febbraio 2017 arrivano sull’Iban i 182mila euro dal battaglione Onu. Prima di quella data il conto era semivuoto, dopodiché viene svuotato nell'arco di una ventina di giorni, a partire proprio dal 21 febbraio quando viene fatto l'ordine degli arredi e l'offerta per l'asta giudiziaria. Gli ulteriori bonifici e i prelievi lo hanno poi prosciugato completamente entro il 15 marzo».

La difesa, rappresentata dai legali Luca Curatti e Giuliana De Nicola, si sofferma sugli aspetti meno chiari della vicenda: «Il problema – commenta a margine l’avvocato Curatti – è che si guarda da un certo momento in poi e non si indaga sull’origine di quei fondi. Ci sarebbe una truffa legata però a una società estera, da qui le complicanze negli accertamenti, che avrebbe intermediato tra il battaglione delle Nazioni Unite e la società cooperativa italiana. Le spese fatte però sono coerenti con l’ordinazione e in tutto questo resta opaco il ruolo della società straniera coinvolta. Come si fa allora a ipotizzare il riciclaggio?».

De Nicola aggiunge un elemento: «E poi riciclati come? Tutte le fatture emesse hanno una causale e sono state firmate dall’attuale amministratrice delegata della società. E poi guardiamo a queste causali: si sarebbe riciclato quel denaro comprando una casa a un'asta giudiziaria del tribunale? Questo lascerebbe se non altro da pensare».
L’udienza di oggi si è chiusa con un rinvio, per sentire ulteriori testi e fare luce su questa intricata vicenda.

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