L'ANALISI
16 Dicembre 2025 - 17:48
CREMONA - Era certa che sposando un uomo italiano, la sua vita sarebbe stata migliore rispetto a quella di tante giovani indiane «sottomesse», per cultura, ai mariti connazionali. «La cultura italiana è diversa». Ci aveva creduto quando, a fine dicembre del 2011, si è unita in matrimonio con quell’uomo di 11 anni più grande, conosciuto a una festa di paese attraverso un amico di lui. A luglio del 2022 la moglie è scappata via con il bimbo. Perché per l’accusa, il marito l’ha maltrattata. E l’ha maltrattata anche per il Tribunale, che oggi ha condannato l’uomo a 4 anni di reclusione. E lo ha inoltre condannato a risarcire i danni — 5mila euro, provvisionale immediatamente esecutiva — all’ex coniuge, parte civile assistita dall’avvocato Chiara Gigliotti del Foro di Lodi. È invece caduta l’accusa di violenza sessuale: l’ex marito è stato assolto ‘perché il fatto non sussiste’, la prova non è stata raggiunta. Il pm aveva chiesto di condannarlo a 5 anni.
Oggi lei ha 43 anni, lui 54, sono genitori di un bimbo di 10 anni. Durante il matrimonio, «mio marito mi insultava, mi dava del ‘cane’, dell’indiana di m.... Beveva e vomitava, io lavavo. Una volta, quando ero in gravidanza, mi ha girato un braccio e messo la testa al muro», ha raccontato la donna. «Un sistema di vita avvilente»: è la cornice messa al matrimonio dall’avvocato di parte civile. E, ancora, «una moglie umiliata» da un marito cresciuto con la convinzione che tocca alla moglie cucinare, lavare, stirare, rassettare casa. «Non ha mai portato un piatto nel lavandino». Un marito che non ha mai messo il naso fuori dalla provincia di Cremona e che negli ultimi 7 anni di vita coniugale, ha dormito sul divano. «Un matrimonio disgregato sin dagli albori»: lo ha scritto il Tribunale civile nella sentenza di separazione. Sentenza «illuminante». L’hanno richiamata i difensori dell’imputato, «assolutamente convinti che questa non sia una vicenda di maltrattamenti», ma «la storia di un matrimonio sbagliato per come è nato». Una «storia di sogno infranto, se è vero che la signora aveva risposto aspettative in questo legame. Voleva accedere a una vita diversa, più leggera, voleva vivere il sogno italiano. Purtroppo, questo non ha coinciso con la realtà dei fatti. Si è trovata immersa in un contesto culturale non dissimile dal suo, ma questa non è una vicenda di maltrattamenti, è una storia di reciproca insoddisfazione tra due persone che non avevano nulla in comune».
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