L'ANALISI
16 Dicembre 2025 - 17:21
CREMONA - Il figlio — Giorgio — va per i 33 anni, sua madre ne ha 54. La mamma lo ha querelato, accusandolo di averla maltrattata quando i due hanno convissuto sotto lo stesso tetto per un certo periodo di tempo, dopo che il ragazzo, nel 2020, era rientrato da Fuerteventura (Canarie) e in attesa di sistemarsi, aveva chiesto ospitalità alla madre. La mamma ha raccontato litigi, gli insulti, gli sputi.
Il giudice ha assolto il 33enne «perché il fatto non sussiste». Perché vittima di questa drammatica storia familiare — il quadro è emerso al processo — è proprio il figlio: cresciuto dai nonni all’estero nei primi sette anni di vita, quando ha raggiunto la madre in Italia, «non si è mai sentito amato», al punto che il 26 novembre scorso, nel giorno della sua difesa, si è rivolto alla madre presente in aula: «Era meglio che lei avesse abortito». «Il mio assistito ha sofferto molto per non aver avuto un padre, non ha mai maltrattato sua madre, ma le ha chiesto solo amore», ha arringato l’avvocato Simona Bracchi, ricordando come la mamma avesse cresciuto suo figlio «a botte, cinghiate, mezzi di correzione staliniani». E, poi, «le spedizioni punitive dei parenti».
Nel giorno della sua difesa, Giorgio ha tirato fuori tutto il suo disagio. «Allora, dopo la mia esperienza a Fuerteventura, è cambiato il rapporto. Io non riesco a rivedere quella signora che rivedo nelle madri di tutte le altre persone. Diciamo che non ho avuto l'infanzia del Mulino Bianco, non sono nato nel cotone, sono nato nella paglia, in una casa senza finestre e finché avevo una madre vicino a me, solo ed esclusivamente mia madre, ero completamente succube di mia madre».
Ha preso fiato: «Solo che con il passare degli anni ho scoperto che io non ho mai avuto un padre per colpa di mia madre, perché mia madre lo ha accusato di violenza domestica e io il mio padre naturale non l'ho mai conosciuto, ha accusato mio nonno di violenza domestica e io mio nonno non l'ho mai conosciuto, ha accusato il padre adottivo di violenza domestica e non l'ho mai conosciuto e non mi sarei mai aspettato di essere accusato anch'io di violenza domestica, quindi diciamo che quando sono tornato da Fuerteventura, io ho capito quella che è stata la storia della mia vita … e i miei rapporti, i miei atteggiamenti nei suoi confronti non potevano più essere quelli di un figlio che ha nei confronti di una madre», ma «quelli di una persona che può anche avere capito cosa ha patito nel corso della sua vita. Dopo Fuerteventura, con la maggiore età, con la consapevolezza che le torture che ho subito da bambino non erano umane, dopo la consapevolezza che tutta la mia vita è stata una disgrazia, il mio rapporto con mia madre, nel novembre del 2023 non poteva più essere quello tra madre e figlio».
«Il mio assistito — ha detto l’avvocato Bracchi — si è sempre sentito figlio di un dio minore, lui voleva solo far capire questo a sua madre. Voleva solo affetto per non sprofondare in quella solitudine che lo ha fatto sentire una nullità. Forse, con questa assoluzione si è aperto un spiraglio per una nuova vita, perché non ha mai maltrattato sua madre, le ha chiesto solo amore». Il difensore ha concluso: «Un avvocato non deve lasciarsi coinvolgere, ma quello che il mio assistito ha detto nell’esame mi ha fatto soffrire. Se ha sbagliato qualcosa nella vita, ha pagato ampiamente con una infanzia tristissima, privato della figura del padre». Entro 60 giorni il giudice depositerà la motivazione della sentenza.
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