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I NODI DELLA VIABILITÀ

Persa l'ultima speranza: il passaggio a livello di via Milano non se ne andrà

Verdetto (informale) di Rfi sulle sbarre all'incrocio con via Massarotti e via Ghinaglia. «Un sottopasso sarebbe irrealizzabile»

Claudio Barcellari

Email:

cbarcellari@laprovinciacr.it

04 Dicembre 2025 - 05:00

Persa l'ultima speranza: il passaggio a livello di via Milano non se ne andrà

CREMONA - È il caso di ricordare il vecchio proverbio latino: ‘ad impossibilia nemo tenetur’. Nessuno è tenuto a fare l’impossibile. Ed è proprio con questa parola, ‘impossibile’, che la Rete Ferroviaria Italiana mette un punto fermo all’idea di rimuovere il passaggio a livello tra via Milano e via Ghinaglia, che da decenni fa suonare i clacson dei cremonesi bloccati in coda dall’uno e dall’altro lato della strada.

Lo riferisce l’assessora Simona Pasquali, spiegando che nei mesi scorsi si sono svolte “interlocuzioni informali” con Fsi per chiedere se fosse possibile sostituire il passaggio a livello con un sotto- o un sovrappasso. Soluzione che sulla carta sarebbe ideale per decongestionare l’incrocio, indispensabile per uscire dalla città lungo la via Milano.

Simona Pasquali

Ma niente da fare. Già nelle primissime fasi del dialogo, l’idea di chiudere per sempre il capitolo del passaggio a livello sarebbe sembrata logisticamente impraticabile, «per ragioni geometriche e per la presenza di abitazioni nei paraggi».

E anche se Pasquali è decisa a ritentare, specificando che l’assessorato «chiederà formalmente a Rfi la rivalutazione, per capire se verrà confermata l’indicazione dell’impossibilità», ancora una volta il rompicapo del passaggio a livello è senza soluzione.

Un nodo della viabilità annoso e ben noto ai cremonesi: «Le sbarre sono sempre abbassate — racconta un residente —. Quest’autunno con la chiusura di via Bergamo la situazione era insostenibile, perché il traffico si concentrava tutto sulla via Milano».

«Ogni mattina — dice un’altra residente — devo uscire di casa con un’altra mezz’ora di anticipo per poter raggiungere il posto di lavoro. Passano treni di continuo. A volte le sbarre si abbassano, ma non passa nessuno».

Ecco perché anche in passato si era cercata una soluzione. Una testimonianza su tutte è offerta dallo studio del 2004 dedicato alla «riduzione dei passaggi a livello nel territorio provinciale», realizzato dalla Provincia di Cremona. Nel testo, l’idea del sottopasso al posto delle sbarre era già stata ipotizzata: «Il passaggio a livello che intercetta i flussi di traffico più consistenti — recita il documento — secondo i dati rilevati dal Comune e che determina di conseguenza maggior disagio è il n. 89 in via Ghinaglia; vi sono ipotesi di riorganizzazione della viabilità che possono ridurre i flussi di traffico ma non chiudere il passaggio livello».

Si parla anche di «un progetto di interramento della strada», esistente ma «considerato tecnicamente superato e di difficile realizzazione». Già allora, dunque, la Provincia considerava «la soluzione della congestione determinata dal passaggio a livello tra le priorità ed è pertanto interessata a studiare un nuovo progetto», fermo però restando che «il costo complessivo dell’intervento non è compatibile con le risorse attualmente disponibili». E ancora: «La Provincia potrebbe assumere un ruolo nella progettazione mentre per la realizzazione dell’opera si rende necessario il finanziamento della Regione o di altre fonti».

La questione è finita poi in cantina, prendendo il colore della rassegnazione; finché negli scorsi mesi, si è fatta strada l’idea di riprovarci. Complice anche il tema del raddoppio ferroviario sulla linea Codogno-Cremona-Mantova, che ha già portato a mettere in cantiere la rimozione di altri passaggi a livello sul territorio. Come quello di Maleo, per cui Rfi ha annunciato questa settimana l’avvio dei lavori. Hanno dato sostanza ulteriore alla questione anche le segnalazioni dei cittadini, come ha precisato Pasquali: «le richieste dei residenti sono numerose e fondate. Per questo abbiamo deciso di interloquire nuovamente con Rfi, chiedendo di aggiornare le valutazioni che già avevano espresso, nella speranza che fosse possibile chiudere il passaggio a livello e sostituirlo con un sottopasso».

In altre zone della città, ricorda Pasquali, l’obiettivo è stato centrato: «Quello che si poteva fare è stato fatto nel corso degli anni, come in via Persico e via Brescia. Ora i fari sono puntati su quello di Cavatigozzi, per cui si è concordata la realizzazione di un sottopasso. Abbiamo anche chiesto a Rfi di realizzarne uno ciclo-pedonale a Picenengo. Ma in via Milano le difficoltà strutturali sono oggettive e importanti».

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