L'ANALISI
27 Novembre 2025 - 17:10
CREMONA - Il tanto atteso ritorno alla normalità alla fine è iniziato. Con la progressiva conclusione dei lavori e la concomitante riduzione del cantiere e delle relative recinzioni, la rotatoria di via Bergamo da ieri, e ancor più da oggi, è percorribile pressoché in tutti i sensi di marcia. Per chi arriva da porta Milano, percorsa la discesa e il sottopasso, è possibile andare ovunque: in via San Francesco d’Assisi (la strada, subito a destra, che porta in via Filzi e nel quartiere Sant’Ambrogio), la stessa via Bergamo e via Castelleone. L’impedimento resta per chi proviene da via Castelleone: una volta raggiunta la rotatoria, può percorrerla ma non imboccare via Bergamo in direzione porta Milano. Lì è rimasta l’unica recinzione, praticamente ridotta a poche decine di metri. Tutto intorno, oggi gli addetti erano al lavoro per ripristinare quel che serve: asfalti, segnaletica, marciapiedi, arredi urbani, piante, pulizie varie.

Immediato il riverbero positivo sulle strade circostanti, in particolare quelle che nel corso degli ultimi mesi hanno ‘accusato’ di più le ripercussioni per quella chiusura, che si è protratta per tutta l’estate e questa porzione di autunno. Stiamo parlando di via Sesto, via Barosi, via Milano e via Ghinaglia, dove hanno complicato le cose, ed allungato ulteriormente i tragitti, gli stop dovuti al passaggio a livello.
Si arriva dunque a riaprire la rotatoria entro i termini (la fine di novembre) annunciati dall’amministrazione alcune settimane fa. La conclusione dei lavori inizialmente era stata fissata per la fine dell’estate, ma per vari motivi quel limite non è stato rispettato, creando non poche proteste tra gli automobilisti e anche qualche polemica a livello politico, poi sopravanzata dal caso largo Moreni, con le code che i primi giorni dopo la fine dei lavori si allungavano fino a Castelvetro Piacentino.

L’intervento nei pressi del sottopasso di via Bergamo si è reso necessario per una migliore gestione delle acque piovane tramite la realizzazione di una vasca di raccolta con relative pompe per indirizzare l’acqua nel cavo Baraccona, così da evitare l’allagamento del sottopasso. Un intervento da circa un milione di euro.
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