L'ANALISI
20 Novembre 2025 - 14:39
Il professor Baiocchi durante un intervento
CREMONA - Novembre è il mese dedicato alla prevenzione oncologica maschile, un’occasione per richiamare l’attenzione sugli strumenti oggi disponibili per prevenire, diagnosticare e trattare precocemente i tumori più diffusi negli uomini.
Una sensibilizzazione necessaria, perché la popolazione maschile rimane, ancora oggi, meno propensa a sottoporsi a controlli periodici e a partecipare ai programmi di screening.
L’ASST di Cremona – attraverso le unità specialistiche di Oncologia, Urologia, Chirurgia, Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva, Radioterapia e Medicina Nucleare – promuove tutto l’anno attività dedicate alla prevenzione e garantisce percorsi diagnostico-terapeutici altamente qualificati per le principali neoplasie maschili: prostata, polmone, colon-retto e tumori urologici.
L’ASST Cremona offre tutte le principali opzioni terapeutiche per il trattamento di queste patologie: chirurgia mininvasiva, chemioterapia e radioterapia, trattamenti sistemici e focali a misura di paziente. Ogni caso viene discusso in équipe multidisciplinare al quale partecipano molti specialisti.
Il 26 novembre dalle 9 alle 13 nell’atrio dell’Ospedale Oglio Po sarà allestita una postazione screening con accesso libero in collaborazione con ATS Val Padana.

SCREENING ONCOLOGICI: L’IMPORTANZA DI ARRIVARE PRIMA
Le patologie oncologiche più diffuse negli uomini – tumore della prostata, del polmone e del colon-retto – colpiscono ogni anno migliaia di persone. Nel 2024, in Italia le diagnosi di tumore alla prostata sono state 40.000; 28.000 quelle dei tumori del colon-retto e 32.000 le diagnosi di tumore al polmone. Numeri che corrispondono ad altrettante persone e alle loro vite confermando la necessità di promuovere con costanza la cultura della prevenzione.
«La diagnosi precoce nel tumore della prostata, del polmone e del colon-retto riduce i casi gravi e aumenta la sopravvivenza: permette di intervenire quando il tumore è ancora piccolo e le terapie sono più efficaci» - spiega Francesco Spina (Direttore Oncologia, ASST Cremona). Rispetto alle cause aggiunge: «Il tumore del polmone è associato al fumo, il tumore al colon-retto all’alimentazione, mentre non ci sono cause specifiche per il tumore alla prostata. In alcuni casi c’è una predisposizione ereditaria».
TUMORE DEL COLON-RETTO: CHIRURGIA CONSERVATIVA
Il tumore del colon-retto è tra le neoplasie più diffuse, soprattutto dopo i 50 anni, ma oggi la chirurgia offre tecniche più precise, avanzate e meno invasive.
Gian Luca Baiocchi (Direttore Chirurgia Generale, Ospedale di Cremona) sottolinea come «Le tecniche chirurgiche oggi utilizzate a Cremona sono improntate alla mininvasività. La laparoscopia, che prevede piccoli accessi sulla parete addominale attraverso cui passano la telecamera e gli strumenti operatori, riduce dolore, complicanze, tempi di recupero e impatto estetico.Per i tumori del retto, quando possibile, puntiamo anche alla massima preservazione d’organo tramite tecniche transanali che permettono di rimuovere esclusivamente il tumore».
COLONSCOPIA, EVITA L’EVOLUZIONE DELLA MALATTIA
«Da linee guida, la colonscopia per lo screening del cancro colorettale è indicata dai 50 ai 74 anni. Questo vale per i soggetti asintomatici con sangue occulto nelle feci positivo, in assenza di famigliarità o patologie predisponenti al cancro del colon» - spiega Roberto Grassia (Direttore Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva, ASST Cremona).
«In genere, è indicata anche in tutte le persone sopra 45 anni che presentano sintomi di allarme come sanguinamento, modifiche dell’alvo, necessità di andare in bagno di notte, calo ponderale e anemia. La famigliarità è un fattore di rischio da non sottovalutare: se si ha un parente di primo grado che ha avuto il cancro al colon retto è bene eseguire la colonscopia dieci anni prima della comparsa della patologia nel famigliare. Per intenderci se mia madre si è ammalata a 65 anni, io a 55 anni dovrò fare il controllo preventivo e ripeterlo ogni cinque anni». Una precisazione molto importante – conclude Grassia, «durante l’esecuzione della colonscopia è possibile individuare e rimuovere subito lesioni pre-tumorali, come piccoli polipi o polipi piatti, interrompendo la possibilità di una evoluzione cancerosa. Ecco il vero valore della prevenzione»
INTERVENIRE PRESTO FACILITA IL RECUPERO POST-OPERATORIO
Matteo Molfetta (Direttore pro tempore Chirurgia Generale, Ospedale Oglio Po) aggiunge: «Diagnosticare il tumore del colon-retto in fase precoce consente di eseguire interventi meno aggressivi e più sicuri, con una prognosi decisamente migliore: nei primi stadi la sopravvivenza può raggiungere il 90%.Inoltre, la diagnosi tempestiva facilita il recupero post-operatorio perché l’intervento risulta meno esteso, permette quasi sempre l’utilizzo di tecniche mininvasive – laparoscopia o chirurgia robotica – riduce i tempi di degenza, le complicanze e la necessità di trattamenti complementari come chemio o radioterapia. Tutto questo ha un impatto estremamente positivo sulla qualità di vita del paziente, nel breve, medio e lungo periodo».
CON LA RADIOTERAPIA OTTIMI RISULTATI
«Lo sviluppo tecnologico e una migliore conoscenza radiobiologica hanno permesso di ridurre significativamente i tempi di trattamento senza aumentare gli effetti collaterali» - precisa Sandro Tonoli (Direttore Radioterapia e Medicina Nucleare, ASST Cremona). «Le moderne tecniche radioterapiche si basano su trattamenti volumetrici estremamente conformati, erogati in pochi minuti, con controllo quotidiano della posizione del bersaglio e degli organi critici grazie all’imaging integrato nell’acceleratore lineare. Nelle forme localizzate di malattia, la radioterapia ha una finalità radicale curativa, analoga a quella ottenibile con la chirurgia». Per i tumori del retto localmente avanzati aggiunge: «La radioterapia gioca un ruolo fondamentale in un approccio multimodale insieme a chemio e chirurgia. In casi selezionati il trattamento chemio-radioterapico può portare alla remissione clinica completa del tumore rettale, evitando la chirurgia; negli altri casi la precede, migliorando controllo locale e sopravvivenza».
TUMORE ALLA PROSTATA: LA DIAGNOSI PRECOCE SALVA LA VITA
Il tumore della prostata è il tumore maschile più diffuso, dopo i cinquant’anni interessa un uomo su cinque. Fabrizio Verweij (Direttore Urologia, ASST Cremona) sottolinea: «La diagnosi precoce ha portato la sopravvivenza oltre il 90%. Ma non basta il PSA: serve anche una valutazione specialistica».E avverte: «Disturbi urinari considerati “normali” con l’età possono nascondere patologie serie. Sangue nelle urine o irritazioni persistenti vanno sempre valutate».
PREVENZIONE TUMORI MASCHILI, ECCO COME FARE
SCREENING TUMORE COLON RETTO
SCREENING PER IL TUMORE DELLA PROSTATA
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