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IL PROCESSO

Rapinatrice ludopatica, condanna a tre anni dopo i colpi in 72 ore

La 75enne ha ammesso le proprie responsabilità, spiegando che la dipendenza dal gioco l’ha trascinata in due assalti armati di una finta boccetta di acido. Nel processo abbreviato ha chiesto scusa, comprensione e la possibilità di proseguire le cure già in corso

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

20 Novembre 2025 - 14:16

Rapinatrice ludopatica, condanna a tre anni dopo i colpi in 72 ore

Il tribunale di Cremona

CREMONA/CASALMAGGIORE - «Ammetto le mie responsabilità nei due fatti che oggi mi sono contestati e chiedo scusa alle persone, a cui mi sono rivolta in modo aggressivo. Non volevo fare del male a nessuno, non avrei mai fatto del male. Non sono una persona cattiva, la patologia di cui soffro ha preso il sopravvento e non sono riuscita a porci rimedio, a limitarmi».

La patologia di cui soffre Teresa, 75 anni, napoletana di origine, casa a Casalmaggiore, è la ludopatia, dipendenza che l’ha spinta a commettere due rapine in 72 ore, minacciando, bottiglietta in mano, di lanciare dell’acido. Il primo assalto è del 10 marzo scorso al Credit Agricole, di Gussola: 1.500 euro di bottino. Il secondo è del 12 marzo, nel centro estetico ‘Mantra’ di Casalmaggiore: 200 euro.

Per il doppio colpo, oggi la 75enne è stata condannata a 3 anni di reclusione e a 1.000 euro di multa (il pm onorario aveva chiesto 3 anni e 8 mesi). Il giudice le ha riconosciuto le attenuanti generiche e l’attenuante della particolarità tenuità del danno, invocate dal difensore Mimma Aiello. Teresa rimane ai domiciliari.

Agli arresti era finita nel giorno del colpo all’estetista, quando, raccolte le informazioni e intuito che la rapinatrice fosse la stessa dell’assalto in banca, i carabinieri si erano messi a cercarla nelle sale slot di Casalmaggiore, trovandola, alle 14.10, all’interno del bar Smile, in via Romani. L’anziana Teresa era davanti a una macchinetta, stava giocando il ‘bottino’.

«Io stessa ho invocato di essere arrestata, perché in quel momento non riuscivo a contenere la mia ludopatia», ha fatto sapere la 75enne attraverso le dichiarazioni spontanee riversate in un foglio consegnato, oggi, al giudice nel processo con il rito abbreviato, subordinato alla perizia psichiatrica che ha accertato la sua capacità di intendere e di volere e la sua non pericolosità sociale.

Negli incontri con lo psichiatra, Sergio Moncalieri di Brescia, Teresa aveva riavvolto il nastro della sua storia familiare. Del padre aveva detto che «giocava d’azzardo, soprattutto a carte e spesso era litigioso e dispotico in famiglia ed anche manesco». Di sé stessa aveva raccontato di aver cominciato a giocare d’azzardo, in maniera patologica, da adolescente, intorno ai 15-16 anni: «Questo vizio è peggio della droga».

«In cura al Cps dal 2008 per la ludopatia, negli anni, la signora ha cercato più volte di smettere; ci sono stati momenti di tranquillità, altri in cui è tornata a giocare e a commettere i due reati, le due rapine, dichiarando di avere con sé dell’acido, ma in realtà era falso, non lo aveva», ha sottolineato l’avvocato Aiello.

«Ora mi sto curando e con l’aiuto del Cps e delle cure che sto approntando, evito di ricadere nel gioco», ha detto Teresa (in aula con la figlia e l’amministratore di sostegno). «Ho sempre rispettato con scrupolo gli arresti domiciliari, ho sempre presenziato agli incontri della perizia, non sono mai uscita di casa se non per le cure mediche che stavo facendo e previa autorizzazione».

Al giudice, l’anziana ha chiesto «comprensione» e «la possibilità di continuare il percorso che ho intrapreso con gli operatori a casa, presso la mia abitazione», nell’auspicio di «tenere sotto controllo la mia patologia come sto facendo adesso, seguendo le cure e i farmaci che mi sono stati prescritti e che prendo con regolarità. La mia volontà è quella di curarmi, non di guarire, perché da certe patologie è difficile guarire, ma, ce la sto mettendo tutta per riuscire a condurre una vita senza paura di uscire e di trovarmi travolta dalla ludopatia. Spero di poter dimostrare la mia volontà e determinazione».

Infine, la 75enne ha di nuovo chiesto «scusa per il timore che ho arrecato a delle persone completamente incolpevoli».

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