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SORESINA

Tentato scippo, anziana cade: condannata a 2 anni

L’imputata prosciolta invece dall’accusa di aver rapinato un 84enne. Il pm aveva chiesto 10 anni

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

26 Marzo 2024 - 17:36

Tenta di scippare un'anziana che cade: condannata a 2 anni

SORESINA - Ha negato di aver tentato di scippare la borsa a una 82enne, facendola cadere a terra. Non è stata creduta: condanna a 2 anni di reclusione e 200 euro di multa. Ha negato di aver derubato un 84enne in auto: assoluzione perché il fatto non sussiste’.

Il pm, Davide Rocco, aveva chiesto per i due episodi accaduti nel 2017, 10 anni di reclusione in tutto nei confronti di Gelsomina Amico, volto conosciuto in paese, perché «io ho pulito mezza Soresina». E facendo la donna delle pulizie, «i soldi me li sudavo». Seccata con la stampa, nel giorno della sua difesa (assistita dall’avvocato Rita Favaretto) e della sentenza, nega su ogni fronte. Racconta la sua verità, una sfilza di «non è vero», un «ma quando mai?». E la precisazione: «Lo dico non per me, ma per la reputazione di mia figlia che porta il mio stesso cognome. Mi hanno messo sul giornale, nome e cognome, via».

Il fatto che le è costato la condanna risale alle 17,45 circa del 15 dicembre di sette anni fa. E per il tentato scippo all’anziana, il 16 gennaio scorso in aula erano stati sentiti due testimoni. Uno è Danilo, casa nella stessa via dell’ultraottantenne. «Io e mia moglie stavamo rientrando in auto dalla spesa. Ho visto la signora a terra, e, di spalle, un’altra signora». Danilo scese dall’auto per darle una mano. «L’anziana mi ha detto che l’altra donna la stava derubando».

L’altra, l’imputata, «ha preso la bici ed è scappata, mentre l’anziana mi ha detto di essere stata aggredita. L’ho accompagnata in casa». Lui vide «un attimo» la rapinatrice. Nel 2017 diede una descrizione abbastanza dettagliata ai carabinieri, al processo l’aveva riconosciuta «non al 100%» nella foto numero 4 del fascicolo fotografico preparato dai carabinieri che investigarono. Non sono sicuro al 100%».

Dopo Attilio, Andrea, garage nella stessa via, sicuro che l’imputata fosse proprio la donna che si stava allontanando in bicicletta. Quel pomeriggio, il testimone stava uscendo dal box: vide Attilio che stava soccorrendo l’anziana appena aggredita. «Ho alzato la testa, ho visto che la Amico stava andando via in bicicletta. La conosco, perché abita nella stessa via dove risiede un mio amico».

Quel giorno, i carabinieri si mossero subito. «Alle 18.55 la centrale operativa ci disse di andare a Soresina da una signora vittima di un furto con strappo. In casa c’erano già i soccorritori», aveva poi spiegato un investigatore.
Nel giorno della sua difesa, l’imputata nega. «Mai vista la signora, non la conoscevo. Ero andata a prendere la frutta, ero in bicicletta; ho girato nella strada. Lì è come una curva a senso unico. Mi sono trovata davanti la signora che stava attraversando la strada e ho inchiodato per non investirla. Ho preso la bicicletta e l’ho appoggiata al muro. Le ho chiesto se si era spaventata. Lei non rispondeva, continuava a darmi bastonate sul braccio. Non è vero che è caduta».

E «non è vero che c’erano i testimoni. È arrivato un signore in auto, è sceso, l’ha presa sottobraccio». Nega, l’imputata, di aver minacciato l’ultraottantenne. All’epoca la vittima raccontò che la rapinatrice le disse: «Stai attenta, se non mi dai la borsa, arriva un uomo che ti ammazza». In aula l’imputata nega. «Ma quando mai? Le cose non sono andate così come ha detto».

L’altro episodio è accaduto prima, il 6 novembre. Per l’accusa, l’imputata avrebbe rapinato un 84enne dal quale qualche volta andava fare le pulizie, aggredendolo in auto, portandogli via portafoglio con dentro più di 400 euro e bancomat, il telefonino e l’orologio. Negli occhi gli avrebbe spruzzato qualcosa. Nel frattempo, l’ultraottantenne è deceduto. Davanti ai giudici Gelsomina nega. Racconta di aver conosciuto l’anziano «alla San Vincenzo: io ero lì con la bici, aspettavo il mio turno. Lui stava parlando con una straniera, si gira verso di me e mi chiede: ‘È disposta a fare i mestieri?’. ‘Sì’. Io sono andata nelle case di mezza Soresina».

Gelsomina spiega di essere andata dall’anziano un paio di mesi per fargli i mestieri. «Ma lui pretendeva che mangiassi lì a mezzogiorno, la sera e che dormissi lì. Gli ho detto: ‘Se volevi una badante, dovevi dirmelo’. Io ho famiglia. Io andavo lì e non mi faceva fare niente: mi parlava di teatro, di viaggi. All’inizio no, poi mi ha fatto delle avances. Mi stringeva, io lo respingevo».

Sull’episodio del 6 novembre, nega. «Io sono una maniaca dei supermercati per fare la spesa. Come tutte le mattine, anche quella mattina mi sono fatta accompagnare in auto da mio fratello. A me piace girare per le corsie, lui si stufa e se ne è andato via con l’auto. Dopo la spesa, sono andata a casa. Ho messo a posto la spesa, poi con mio fratello sono andata a prendere i nipotini. Dopo abbiamo mangiato, poi mi sono messa sul divano, sono arrivati i carabinieri... Io non avevo fatto niente. Quel giorno non ero in auto con l’anziano».

In aula lo confermano la figlia («Mia madre era a casa quel giorno, c’ero anch’io quando sono arrivati i carabinieri») e il fratello di Gelsomina: assolta. 

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