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Oasi Le Bine: ecco come è cambiata

Raccolti i dati di 16 anni di nidificazioni: l’analisi pubblicata sulla rivista scientifica ‘Alula’

Pierluigi Cremona

Email:

pierluigi.cremona@virgilio.it

18 Novembre 2025 - 05:15

Oasi Le Bine: ecco come è cambiata

La nitticora e il martin pescatore

CALVATONE - Un grande studio che raccoglie 16 anni di dati sulle nidificazioni alla riserva Le Bine di Calvatone. Gli autori sono Francesco Cecere, Simone Ravara e Anna Dalla Grana. Cecere è responsabile dell’oasi, Ravara ha raccolto materialmente i dati ed è un naturalista, Dalla Grana è una studentessa di scienze naturali di Rivarolo del Re che ha svolto la tesi elaborando i dati di Ravara. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Alula.

«Durante questo periodo - spiegano - sono state identificate 55 specie nidificanti, di cui 27 non passeriformi e 28 passeriformi. Il processo di semplificazione della comunità di uccelli nidificanti, già evidenziato in passato, è proseguito in questi anni, in particolare in relazione all’area umida, portando alla perdita di molte specie nidificanti dipendenti dall’habitat. La disponibilità di un livello idrico adeguato nella lanca ha rappresentato un fattore limitante per la nidificazione di alcune specie. Abbiamo osservato un declino delle specie dipendenti da zone umide, paesaggi agricoli e aperti, a favore di specie legate a boschi maturi e altre generaliste ecologiche».

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«Diversi fattori - proseguono - possono aver avuto un impatto sulla conservazione di specie e habitat nell’area de Le Bine, in particolare l’isolamento geografico, la frammentazione dell’habitat, la struttura della vegetazione, la trasformazione del territorio, l’uso di biocidi in agricoltura e le ridotte dimensioni dell’area protetta. Altri fattori di impatto sono stati l’elevata concentrazione di azoto nell’acqua, la gestione del flusso fluviale e la perdita di collegamento idrologico tra la zona umida e il fiume, con conseguenti cambiamenti significativi nella qualità della vegetazione e dell’acqua. Ciononostante, è importante sottolineare come gli interventi di ripristino naturalistico siano stati fondamentali nel fornire habitat alle specie più minacciate. Sottolineiamo il ruolo del monitoraggio a lungo termine nella comprensione del trend evolutivo della comunità ornitica e nel suggerire opportune scelte gestionali. Lo studio è l’aggiornamento dei censimenti delle popolazioni di uccelli nidificanti nell’area, in corso dal 1987».

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