L'ANALISI
16 Novembre 2025 - 11:20
(foto IA)
CREMONA - Nel cuore economico della Lombardia, Cremona si distingue con un dato che racconta la vitalità del suo tessuto produttivo: nel primo semestre del 2025 il tasso di occupazione nella provincia raggiunge il 70,6%, uno dei valori più elevati del territorio regionale, che conquista anche la parte alta della graduatoria nazionale con la 22ª posizione. È un risultato che conferma la tenuta di un’area dove manifattura, agroindustria e servizi avanzati continuano a dialogare con efficacia, contribuendo in modo decisivo alla performance complessiva della regione.
Guardando all’intero panorama lombardo, il semestre si chiude con un tasso di occupazione (15-64 anni) pari al 69,7%, come rilevato dall’Istat. Si tratta di un livello non solo ampiamente superiore alla media nazionale, ferma al 62,6%, ma anche in consolidamento: rispetto allo stesso periodo del 2024 si registra un incremento di mezzo punto percentuale. In altre parole, più persone lavorano e più persone entrano o rientrano nel mercato del lavoro, segno di un sistema economico capace di creare opportunità e assorbirle.

Nel dettaglio provinciale, Milano guida la classifica con il 73,3%, seguita proprio da Cremona e, subito dopo, da Varese (69,3%). Tre realtà differenti per struttura economica, accomunate tuttavia dalla capacità di generare occupazione stabile e qualificata.
Il quadro si arricchisce ulteriormente osservando le previsioni occupazionali delle imprese per il trimestre ottobre-dicembre 2025, elaborate dal sistema informativo Excelsior. Le aziende lombarde stimano di attivare in media 1,6 contratti di lavoro ogni cento residenti nell’arco dei tre mesi considerati (escludendo il comparto agricolo), contro una media nazionale dell’1,3. Un differenziale significativo, che colloca la Lombardia al vertice della classifica italiana per dinamismo delle assunzioni. In valori assoluti, le entrate previste nel solo mese di ottobre 2025 raggiungono quota 95.323 lavoratori non agricoli, equivalenti a un quinto dell’intero volume nazionale: un dato che restituisce con immediatezza il peso economico dell’area.
Non meno rilevante è la qualità delle posizioni offerte. L’indicatore che misura il livello di inquadramento – cioè il peso delle figure ad alta qualificazione, quali dirigenti, profili tecnico-specialistici e personale amministrativo avanzato – si attesta in Italia a 2,5, mentre in Lombardia sale a 2,6, il valore più alto del Paese. Ciò significa che le imprese regionali non solo assumono di più, ma cercano con maggiore frequenza competenze elevate. Milano conferma la sua vocazione terziaria con un livello di inquadramento pari a 2,8; seguono Varese e Monza e Brianza, entrambe a 2,6. Sul fronte settoriale, quasi un terzo delle assunzioni previste a ottobre (27,7%) riguarda il manifatturiero, una quota leggermente superiore alla media nazionale del 26,3%. Ma è nelle province a più forte tradizione industriale che il dato assume un peso ancora maggiore: a Lecco quasi un’assunzione su due interessa le fabbriche (41,6%), mentre Cremona e Brescia si attestano entrambe al 39,5%, confermando il ruolo centrale che la produzione industriale riveste nei loro equilibri economici. All’opposto, Milano, sostenuta soprattutto dai servizi ad alto valore aggiunto, presenta una quota manifatturiera più contenuta, pari al 20,6%.
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