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LA CITTÀ CHE CAMBIA

Area ex-Piacenza pronta per una nuova vita: «Sarà bonificata dall'Ocrim»

Svolta per l’area deserta da anni a causa della presenza di inquinanti come amianto e rifiuti tossici. «Tornerà ad essere zona produttiva»

Claudio Barcellari

Email:

cbarcellari@laprovinciacr.it

12 Novembre 2025 - 05:25

Area ex-Piacenza pronta per una nuova vita: «Sarà bonificata dall'Ocrim»

CREMONA - Lo spazio che un tempo ospitava l’ex Piacenza Rimorchi (via Milano) è pronto a una nuova vita: il terreno sequestrato anni fa, a seguito del ritrovamento di amianto e rifiuti pericolosi, da tempo in stato di abbandono, diventerà un’area «produttiva» (non sono ancora noti i dettagli). Bonifica e recupero saranno a carico della Ocrim, azienda già proprietaria della porzione di terreno situata accanto alla nuova arrivata Steel Group. A partire dal 3 marzo di quest’anno, l’azienda, top player mondiale nella realizzazione e fornitura di impianti molitori per grano, aveva commissionato le operazioni di rimozione rifiuti.

Lunedì è arrivato il via libera del Consiglio comunale, come spiegato dall’assessore all’Urbanistica Paolo Carletti: «C’è una legge del 2005 che prevede che il Comune si impegni a realizzare un elenco delle aree dismesse da più di un anno. L’elenco è stato già realizzato nel 2021, ma la legge prevede che i privati proprietari dei terreni dismessi richiedano l’inserimento nei cespiti comunali».

Per farlo serve prima di tutto una perizia che accerti le condizioni dell’area acquisita. Ocrim l’ha già depositata, dimostrando lo stato in cui versa l’ex sede di Piacenza Rimorchi da oltre 10 anni. Come chiarito in consiglio comunale: «La perizia asseverata giurata dichiara, anche mediante immagini e descrizioni puntuali, che gli immobili presentano criticità per gli aspetti urbanistico‑edilizio e sociale e che risultano dismessi e abbandonati da oltre 15 anni».

Vicenda che non stupisce: risalgono a una decina d’anni fa i «blitz» dei carabinieri che hanno sancito il sequestro dell’area dopo aver ritrovato coperture di amianto, edifici fatiscenti, fusti d’olio minerale (con il liquido penetrato nel suolo) e rifiuti speciali anche infiammabili. A preoccupare, nel 2014, era sia l’inquinamento diffuso sia il rischio di incendio e di crolli.

Dopo la conferma della perizia di Ocrim, si è deciso di «inserire la zona in questione nell’elenco che le permette di godere dei benefici urbanistici indicati dalla legge, che riguardano, in particolare, un aumento della volumetria. Tutta l’area sarà quindi bonificata e recuperata a carico dell’azienda».

E mentre i lavori di risanamento dell’area hanno ufficialmente inizio, Carletti plaude ai risultati, esempio virtuoso di sinergia tra istituzioni e aziende: «Tutto questo può accadere solamente se pubblico e privato si incontrano e uniscono le forze. Un vero amministratore se ne rende facilmente conto: le imprese non bastano a se stesse, come talora si sostiene, e se abbandonate dalle istituzioni finiscono per mancare anche le intuizioni che arricchiscono il tessuto urbano del territorio».

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