L'ANALISI
11 Novembre 2025 - 05:20
CASALMAGGIORE - Altri cinque mesi di tempo per la bonifica dell’area della ex Veryflon. L’ordinanza a firma del sindaco Filippo Bongiovanni sposta alla primavera prossima la probabile fine della vicenda dei rifiuti abbandonati all’interno dell’edificio di Vicoboneghisio in via degli Artigiani 27.
La ditta era specializzata nella produzione di teflon e altri materiali plastici destinati prevalentemente al rivestimento antiaderente di superfici metalliche, come quelle utilizzate nel settore alimentare (pentole e utensili da cucina), industriale e chimico.
La vicenda legata alla gestione dei rifiuti nello stabilimento Veryflon ha radici profonde. Nel febbraio 2018, un’ispezione dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale di Bergamo-Cremona aveva rilevato l’accumulo incontrollato di grandi quantità di rifiuti derivanti dalle attività produttive, abbandonati in loco.
Dopo la dichiarazione di fallimento della Veryflon nel 2019, con la nomina di un curatore, e nonostante il subentro di una nuova società affittuaria, la situazione è migliorata ma non completamente.
L’ordinanza segue una serie di provvedimenti emessi già nel 2024, volti a risolvere una situazione di degrado ambientale che si protrae da anni. Già a maggio 2024, un’ordinanza a firma di Simone Cadenazzi, allora responsabile del Settore Ambiente, aveva imposto al curatore fallimentare, al socio e amministratore unico della Veryflon, e alla nuova proprietaria Savoy Reoco Srl, di predisporre entro 60 giorni un piano di smaltimento dettagliato, redatto da un professionista abilitato.
La proroga precedente, tramite ulteriore ordinanza, era stata firmata il primo agosto 2025 e aveva concesso fino al 31 ottobre scorso per la presentazione di un aggiornato piano di caratterizzazione e un nuovo cronoprogramma.
Un piano di caratterizzazione è un documento tecnico che definisce le attività necessarie per valutare lo stato di contaminazione di un sito, come suolo, sottosuolo e acque.
Il rinnovato piano di caratterizzazione dei rifiuti, inviato agli uffici lo scorso 28 ottobre, censisce alcuni rifiuti speciali non pericolosi, ma anche – a conferma delle verifiche svolte durante il sopralluogo dell’Ufficio Ambiente – la presenza nei capannoni di 110 metri cubi di rifiuto 'HP14 - ecotossico – speciale pericoloso' contenuto in fusti e identificato descrittivamente come 'scarto-acque di lavaggio con solventi'.
Inoltre, diversi rifiuti ulteriori identificati come contenitori o fusti vuoti, materiale e attrezzature in ferro, imballaggi misti, materiale in vetro, contenitori e fusti in metallo sporchi, oli esausti per stimate 10 tonnellate contenuti in fusti sia all’interno dei capannoni che all’esterno, vernici per stimate 10 tonnellate, Raee (rifiuti elettronici) pericolosi per circa mezza tonnellata, oltre a ingombranti e guano.
A seguito della verifica, da parte dell’Ufficio Ambiente, della documentazione protocollata, «risulta necessario e più che opportuno concedere agli intimati il tempo necessario allo smaltimento dei rifiuti rimanenti nel perimetro aziendale, come risultanti dalla caratterizzazione».
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