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CASALMAGGIORE

San Leonardo, gli affreschi sono per tutti

Una chiesa parrocchiale gremita per la cappella del SS. Sacramento dopo il restauro

Jacopo Orlo

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09 Novembre 2025 - 11:40

San Leonardo, gli affreschi sono per tutti

CASALMAGGIORE - Un’opera viva con una storia, una voce e una bellezza rimasta muta per tanto tempo. E grazie al restauro conservativo innovativo i suoi affreschi del 1751, stucchi e dipinti del periodo rococò potranno affascinare nuove generazioni di casalaschi. Nel pomeriggio di ieri è stata inaugurata la restaurata cappella del SS. Sacramento in una gremita chiesa di San Leonardo; tra i presenti anche il sindaco Filippo Bongiovanni.

A svelare al pubblico il resoconto dei lavori svolti sono intervenuti l’abate parroco don Claudio Rubagotti, il direttore dei lavori l’architetto Damiano Chiarini, la restauratrice Maria Cristina Regini di ‘Cremona Restauri’, il Conservatore del Museo Diotti Valter Rosa e don Gino Assensi. Ad allietare i presenti tra una spiegazione e l’altra i canti del coro guidato da Abele Zani.

Nel pomeriggio di ieri è stata inaugurata la cappella restaurata del SS. Sacramento in una chiesa parrocchiale di San Leonardo gremita

«Abbiamo toccato un’opera secolare che andava rispettata nelle sue evoluzioni – ha detto don Rubagotti –. Non è stato solo mettere mano alla materia ma esserci entrati, averla fatta parlare ed essersi fatti guidare nella scelta. Sono convinto che il patrimonio ricevuto dal passato ci svela come il futuro abbia bisogno di colore». Si sono poi succeduti gli interventi storico-artistici di don Assensi, il quale ha offerto dei cenni storici sul complesso edilizio della chiesa, e di Rosa, con il conservatore che ha illustrato l’apparato artistico della cappella.

Chiarini ha poi spiegato come gli interventi compiuti, iniziati nel gennaio 2022, sono stati graduali e scanditi dagli incontri tra enti e professionisti coinvolti fin dalle fasi preliminari delle campionature: don Gianluca Gaiardi dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Cremona, il soprintendente Gabriele Barucca e il funzionario Filippo Piazza della Sovrintendenza di Cremona, Mantova e Lodi. «È stata prima di tutto un’indagine storica. Fin dalle prime fasi di consolidamento e pulitura delle superfici ci siamo trovati al bivio se consolidare la “finta tappezzeria bluottocentesca o riportare alla luce una realtà perduta. Dopo ulteriori verifiche, si è presa la decisione forte di restituire alla storia la sua pagina originale».

L’obiettivo è stato così il recupero della configurazione settecentesca della Cappella. Questo restauro è stato dunque «un caso studio», con la scelta cruciale di riportare alla luce la cromia originaria. «Questi interventi hanno così aiutato a comprendere la complessità di un restauro tutt’altro che scontato» ha aggiunto Chiarini.

La scelta concertata con la Soprintendenza ha quindi rivelato due sorprese: i frammenti di modellati depositati sul cornicione dell’altare e l’utilizzo della tecnica veneziana della meccatura sui putti in terracotta, «ovvero pellicola di vero argento trattato come oro». Infine Regini ha spiegato le fasi salienti del restauro, sottolineando «l’ambiente di lavoro sereno» che ha portato «al confronto e alla fortificazione degli intenti».

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