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Cremazioni: «Lieve calo dopo sei anni in salita»

Carletti: «I nuovi forni a Brescia e Piacenza intercettano gli abitanti del territorio»

Claudio Barcellari

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cbarcellari@laprovinciacr.it

06 Novembre 2025 - 05:15

Cremazioni: «Lieve calo dopo sei anni in salita»

CREMONA - Sì, le cremazioni in città sono lievemente in calo. Ma non è una questione di soldi. Dopo che il consigliere Marco Olzi (FdI) è intervenuto sul tema riconducendo il fenomeno alle tariffe eccessive della cremazione, l’assessore Paolo Carletti fa il punto sull’andamento delle cremazioni in città. Emerge un quadro complesso, in cui sempre più cremonesi optano per questo tipo di soluzione, ma per la prima volta da anni sembrano preferire forni alternativi a quello cremonese.

Il dibattito si è acceso nei giorni scorsi, quando l’amministrazione ha presentato una proposta di revisione delle tariffe Aem sulla cremazione. Una mossa giudicata da Olzi come una «risposta tardiva a una decisione precedente che, secondo quanto emerge dai dati, ha generato risultati negativi rispetto alle previsioni». Ma la revisione proposta dalla Giunta, appunta Carletti, «consiste in una razionalizzazione del meccanismo di scontistica applicato finora, che è strutturato in cinque scaglioni. Ce lo ha chiesto Aem stessa, a cui l’esigenza è stata fatta a sua volta presente dai clienti».

D’altronde, i numeri degli scorsi anni dimostrano che la tendenza alla cremazione sta aumentando ancora: secondo i Servizi cimiteriali, se nel 2019 le cremazioni sono state 2.780 l’anno scorso sono arrivate a quota 6.065. Praticamente duplicate. È vero, però, che la tendenza dei primi mesi del 2025 lascia pensare a una lieve flessione, con 2.834 cremazioni nel primo semestre. Il motivo: «Cremona ha sempre avuto una forte tradizione su questo fronte — spiega Carletti — ma dopo il Covid il governo ha incentivato la creazione di nuovi forni crematori in tutta Italia. Dal 2023 sono stati aperti nuovi forni a Fidenza, Piacenza, e un forno di cremazione mobile a emissioni zero sul Bresciano. Sono stati inoltre potenziati quelli di Pavia e Bergamo. Quel che accade — continua Carletti — è che molti cittadini della provincia, per ragioni di comodità, preferiscono rivolgersi a questi altri forni crematori più vicini. Penso, in particolar modo, a quello bergamasco, che è stato potenziato con 4 linee ed è in grado di servire l’alto cremonese».

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Per quanto riguarda la città, la tendenza alla cremazione è sempre più diffusa, come fa presente l’assessore: «L’anno scorso è stata l’opzione scelta dal 55% dei cremonesi defunti — prosegue — oggi abbiamo raggiunto quota 60%. È sempre più in voga».

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