L'ANALISI
CREMONA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA
28 Ottobre 2025 - 20:29
CREMONA - L’aula penale non è uno studio televisivo. «Non siamo a Forum». Il richiamo del presidente del collegio arriva, oggi, durante il processo per maltrattamenti aggravati a carico di un ex marito 40enne, padre di tre figli. Ed è rivolto alla battagliera avvocata napoletana Amelia Crispino, difensore dell’imputato. Il giudice le tira il freno mentre contro-esamina la presunta vittima: un botta e risposta dai toni fuori misura.
Napoletana la moglie, napoletano il marito, il matrimonio nel 2008, la nascita di tre figli, la separazione dieci anni dopo, il tentativo di riprovarci «perché ero innamorata», il naufragio nelle querele. Più di una: quella per maltrattamenti in famiglia, quella perché l’ex marito non passa gli alimenti (domani ci sarà il processo, ndr) e quella per averla diffamata su TikTok. Una guerra, ormai.
A processo, l’ex coniuge arriva con quattro righe di capo di imputazione, ma al termine della testimonianza della donna, parte civile con l’avvocato Stella Abbamonte, il pm Francesco Messina, nel definirlo «un po’ sintetico», lo modifica, aggravandolo, elencando tutti i fatti raccontati dalla parte civile: maltrattamenti dal 2010 al 2023. Perché «i primi due schiaffi», Maria (nome di fantasia, ndr) dice di averli presi dal marito proprio nel 2010 «a casa di mia suocera. Motivo? Perché non facevo quello che mi dicevano loro».
Nel 2011, la coppia risale al Nord. «Incinta del primo figlio, mi ha dato uno schiaffo. Sola e senza il supporto della mia famiglia, la situazione ha iniziato a peggiorare, gradualmente. Io ero succube di lui. Io ho preso schiaffi, mi ha tirato i capelli, mi ha sputato in faccia, ci sono varie cose». La donna spiega, puntualizza le ‘varie cose’. Ne esce il ritratto di una moglie che si ribellava e di un marito che alzava le mani. Una escalation. Nella sua narrazione, Maria chiama il marito per cognome: «Il signor...». «Tutti e tre i figli hanno i nomi della sua famiglia, contavano loro, io non ero nessuno. Nel 2016, gli avevo risposto male, mi ha trascinato in salotto, mi ha picchiata, sono andata in ospedale. L’ho denunciato, ma mi ha fatto sentire in colpa, ero una ‘poco di buono’ e ho tolto la denuncia. Lui e la sua famiglia mi tenevano sotto controllo, non potevo uscire, non ero libera. Sì, io abitavo con lui, ma la sua famiglia era sempre intorno. Sì, io mi attenevo a queste pretese. Sì, ho provato a ribellarmi. Nel 2018, ancora schiaffi, perché non facevo quello che diceva. Se mi diceva brutte parole? Sì, non riesco a dirle. Devo dirle? Cose brutte, ‘poca di buono’, ‘zoccola’. Minacce? Nel 2018 ho chiesto la separazione, mi ha minacciato che me la faceva pagare, che mi faceva prendere fuoco, che mi toglieva i figli, che non mi passava gli alimenti. Mi controllava anche il telefono. Mi ha ucciso moralmente e psicologicamente. A volte le parole fanno più male delle mani».
È un fiume in piena, Maria: «Tante volte sono rimasta sola con i bambini e senza soldi. Mi hanno aiutato mia madre, mia sorella, la Chiesa (la Caritas). Sì, mi ha sputato in faccia. Quante volte mi ha messo le mani addosso, più o meno? Tante volte. Io comunque avevo paura del signore. Da quando siamo venuti al Nord ero succube del signore».
Dopo la separazione, «nel 2019 ci abbiamo riprovato. Abbiamo ripreso, se si poteva aggiustare, ma non ci siamo riusciti, lui andava, tornava dopo due mesi, ho chiuso, non ce l’ho più fatta». Ancora «botte, vessazioni, minacce, avevo paura di lui. Ogni volta che apriva la porta, rientrando a casa, io tremavo».
Nel 2023, Maria dà un taglio netto: denuncia il marito. E non è la sola denuncia. «Nello stesso anno l’ho denunciato per diffamazione, perché lui e la sua famiglia mi hanno insultata e diffamata sui social. Dicevano che andavo con i vecchi per 10 euro. Ho dovuto lasciare il paese, perché dopo quegli episodi le persone mi cercavano pensando fossi una p...», racconta in lacrime. In seguito alla modifica del capo di imputazione, l’avvocato chiede i termini a difesa. In aula si tornerà il 27 gennaio 2026.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris