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CREMONA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA

«Sa dove abito, mi ha mandato la foto della mia auto parcheggiata»

L’ex marito non può avvicinarla, ma continua a perseguitarla nonostante le restrizioni

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

28 Ottobre 2025 - 18:28

Non può avvicinarsi, ma «sa dove abito, mi ha mandato la foto della mia auto parcheggiata»

CREMONA - Accusato di averle abitualmente mollato ceffoni e calci, di averla minacciata, insultata anche davanti ai bambini per otto anni e un giorno di aver aperto il gas in cucina, minacciando di dare fuoco alla casa, da giugno del 2024 ha il divieto di avvicinarsi all’ex moglie e di contattarla in qualsiasi modo.

Ma l’uomo, indiano di 38 anni, «da qualche parte si è procurato il numero del mio cellulare, sa dove abito e dove parcheggio l’auto, perché mi ha mandato la foto della mia auto». Non solo: «L’8 settembre di quest’anno io ero a piedi, mi ha seguita, sono scappata». E ancora: «L’ultimo messaggio che mi ha mandato è di una settimana fa».

Ce n’è abbastanza perché immediatamente dopo l’udienza, Elena Guerreschi, avvocato di parte civile e presidente di Aida, il centro che si sta occupando della vittima, abbia informato il pm Francesco Messina: «Presenteremo una denuncia per l’aggravamento della misura».

Nel martedì in cui dal Veronese (Castelnuovo del Garda) rimbalza la notizia dell’ennesimo femminicidio (una donna accoltellata dal suo compagno) è, questa, la coda del processo per maltrattamenti davanti ai bimbi, perciò aggravati, contestati all’ex marito, dal 2016 a giugno del 2024.

Un uomo «violento quando era sotto l’effetto di droga e di alcol» ha raccontato la donna. La voce bassa, gli occhi gonfi di lacrime, il fazzoletto per asciugarli. Una testimonianza sofferta contro il marito. «Dovevo sempre chiedergli il permesso per uscire». Si sono sposati in India, ma prima di arrivare in Italia, nel 2016, «anche in India mi ha picchiato».

In Italia, è stato peggio. Ha raccontato le aggressioni, la donna. Ha spiegato che le liti scoppiavano perché lei non voleva che il marito si drogasse in casa. «Gli dicevo di uscire». Ha riferito che dal 2016 al 2020, il marito lavorava e portava i soldi a casa, ma che dal 2020 «non lavorava e non ha più contribuito».

Ha raccontato di quel giorno - autunno del 2022 - quando rincasati, il marito ha portato i bambini nella stanza, lei in cucina. «Mi ha strappato i capelli, dato calci, mi sono rannicchiata, lui ha aperto la manopola del gas e per il gas ho perso conoscenza. Quando mi sono svegliata, il gas era spento, lui era uscito».

Ha riferito delle violenze subite nell’estate del 2023: calci e pugni su tutto il corpo, la schiena piena di lividi, i capelli tirati. «Una volta mi sanguinava il naso, mi ha preso il telefono e per 14 giorni mi ha segregato in casa».

Ancora violenza a ottobre del 2023. «Lui mi ha detto: ‘Portami a prendere la droga’, io gli ho detto di andare fuori casa. Mi ha tirato i capelli, mi ha preso a schiaffi, mi ha dato calci alla schiena».

Per l’accusa, ha preso a schiaffi anche i bambini intervenuti in difesa della loro mamma. A febbraio di un anno fa, ubriaco, il marito per l’accusa ha lanciato più di una bottiglia contro moglie e figli, senza, per fortuna, centrare i bersagli.

A giugno «in stato di alterazione e nervosismo», dice l’accusa, il marito le ha strappato i vestiti indossati e quelli che aveva nell’armadio.

L’Sos lanciato a un’amica: «Lei ha avvisato i carabinieri. Quando lui li ha visti arrivare, è entrato in casa, ha preso un coltello, mi si è avvicinato, poi si è ferito. Ha detto ai carabinieri che ero stata io. Sono stata in ospedale una settimana, dopo sono andata in una casa famiglia con i miei figli».

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