L'ANALISI
28 Ottobre 2025 - 19:23
Nel riquadro l’avvocato Alessandro Vezzoni
CREMONA - Per anni ha visto il padre alzare le mani sulla madre, prenderla a pugni e schiaffi. Una volta ha tentato di strangolarla. Per anni l’ha sentito insultarla: «Sei stupida, non sai fare niente». E minacciarla, anche di morte: «Sarò io ad ucciderti, non vedo l’ora che tu muoia, sarà una liberazione».
Non ce l’ha più fatta: il 15 ottobre scorso, la figlia (è maggiorenne) si è allontanata di sua volontà da casa. «Giunta al limite della sopportazione» e «sfuggita al clima di violenza familiare», lei, ultima di tre figli (i primi due maschi) ha vuotato il sacco ai carabinieri, facendo scattare il codice rosso. È partita l’indagine per maltrattamenti in famiglia aggravati a carico del padre, 48 anni, romeno, con il vizio dell’alcol (nel 2017 è stato condannato per guida in stato di ebbrezza).
In fase di indagine, la madre, a tratti piangendo, ha confermato le violenze, sin dall’inizio della relazione. Ha confermato che i figli erano presenti alle aggressioni, anche quando erano minorenni. Ha ammesso di vivere in un «clima di sopraffazione». Ha confermato il «tentato strangolamento» nel 2021 e le «percosse selvagge» nel 2024. Ma non lo ha denunciato per timore. La Procura procede d’ufficio.
Il pm ha ottenuto dal gip l’allontanamento dell’uomo dalla casa familiare, il divieto di avvicinarsi sia alla moglie sia alla figlia, anche lei con un amico minacciata di morte. Il 16 ottobre, il padre ha telefonato in caserma. Pretendeva di contattare la ragazza. Al carabiniere ha detto: «Non me ne frega un c... di andare in carcere, io la denuncio... Io devo controllare mia figlia... La ammazzo sia lei che a lui... Questo co... ne lo ammazzo (riferendosi alla figlia e all’amico, ndr)».
Difeso dall’avvocato Alessandro Vezzoni, giovedì 30 ottobre 2025 l’uomo si sottoporrà all’interrogatorio di garanzia davanti al gip che ha applicato la misura. Perché le violenze sono state pluriennali, costanti e particolarmente gravi, culminate nel tentativo di strangolare la moglie quattro anni fa e nelle percosse un anno fa. L’uomo abusa di alcol. C’è il pericolo di reiterazione del reato.
Nell’ordinanza con cui è stato disposto l’allontanamento dalla casa familiare, il mantenimento di una distanza di 500 metri dalla moglie e dalla figlia e il divieto di contatti, il gip evidenzia la sfrontatezza e l’assenza di consapevolezza dell’indagato. Avrebbe dimostrato noncuranza per le conseguenze del suo comportamento, minacciando di morte la figlia al telefono con un militare dell’Arma. Atteggiamento che denota una scarsa consapevolezza della gravità dei fatti e un’opposizione alle regole della convivenza civile, rendendo concreto il rischio di una escalation criminale.
Secondo il gip vi sarebbe, quindi, il concreto e attuale pericolo di reiterazione del reato, supportato dalle minacce di morte alla figlia dopo l’allontanamento e dalla sua indole violenta e sregolata.
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