L'ANALISI
24 Ottobre 2025 - 21:08
CREMONA - «Vuole ritirare la querela?», gli domanda il pm, da prassi. «Ma neanche morto», la risposta tranchant della vittima di una truffa on-line, un cremonese di 31 anni. Non si è costituito parte civile. «Non mi interessano i soldi». Gli interessa che l’imputato - un napoletano - sia condannato per «quello che mi ha fatto».
Nello scusarsi, «perché è la prima volta che vengo in Tribunale», il truffato, rispondendo alle domande del pm onorario, Silvia Manfredi, ha riavvolto il nastro dell’inganno.
Tutto nasce alcuni anni fa da un annuncio su Instagram. «C’era un sito sul quale venivano messi in vendita monopattini, smartphone, biciclette elettriche a prezzi stracciati: 400 euro a pezzo. Il sito rimandava a un negozio, l’Elettronica Free, di Capri». Occasione ghiotta per fare un regalo al fratello 17enne. «Avevo messo da parte 3mila euro». La vittima ne spenderà 1.920 per comperare (almeno così credeva) un monopattino, 4 cellulari e l’iPhone.
«Nell’annuncio erano esposti i prodotti e indicato un numero da chiamare: 351... Ho chiamato. Mi ha risposto un uomo». Il truffato è davanti al computer. Sulla schermata, i prodotti. «In cinque ore», tra il truffatore e la sua vittima «ci sono state quattro, cinque chiamate; ci stavamo accordando sui prodotti, com’era come non era, se c’erano i pezzi di ricambio. Il sito era perfetto, rimandava alla ‘Elettronica Free’ di Capri. C’era l’indirizzo. Ci siamo accordati su tutto, anche sulla consegna. Ci siamo anche scambiati messaggi. Mi ha detto di fare la ricarica Postpay, mi ha dato il numero della carta con i dati intestati a lui».
Il cremonese, natali giù in Campania, fa il pagamento «in più transizioni, precisamente in tre tranche da un tabaccaio; alle sette di sera l’ho chiamato per dirgli che era tutto a posto, che avevo pagato. Parlavamo in napoletano, essendo anch’io napoletano». Insomma, la merce poteva essere spedita a Cremona. E, invece, la doccia fredda. «Questo signore si è messo a ridermi in faccia. ‘Sei un c...one’, mi ha insultato e basta, è finita lì».
È finita che il truffato giù in Campania aveva conosciuto un carabiniere in vacanza («Un mio vicino di campeggio»). Lo ha chiamato, gli ha raccontato come era cascato nel tranello. «Il mio amico carabiniere mi ha poi richiamato. Mi ha riferito che a Capri non esisteva la ‘Elettronica Free’, non esistevano né il negozio né la via».
La vittima ha presentato la querela. «La cosa che mi ha fatto più male è che uno dei telefonino era il regalo per mio fratello, insieme al monopattino che gli avrei dato quando sarebbe diventato maggiorenne. La rabbia è quando questo signore si è preso tutti i soldi e al telefono mi rideva in faccia».
Chiusa la testimonianza, il truffato ha rilanciato: «Come funzionerà adesso?», scusandosi della domanda, «ma è la prima volta che vengo in Tribunale». Funziona che il giudice ha aggiornato il processo all’udienza del 6 febbraio prossimo, venerdì, per la discussione: la requisitoria del pm, l’arringa difensiva e la sentenza. La vittima del raggiro online si è annotata data e ora sul foglio. «Io non voglio soldi, ma questa gente merita di essere condannata».
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