L'ANALISI
27 Ottobre 2025 - 19:56
CREMONA - È la fiera che apre l’arte di Stradivari al mondo asiatico (e non solo). Bisogna esserci: è un appuntamento imperdibile che, insieme a Cremona Musica, permette di fare il punto sulle ultime tendenze, di concludere affari, di incontrare commercianti e musicisti, ma soprattutto di posizionare i propri strumenti sul mercato internazionale. Così i liutai cremonesi non hanno voluto perdere l’occasione di tastare il mercato cinese, portando i loro strumenti. In diciotto hanno partecipato a Shanghai Music China; alle singole realtà si aggiunge la presenza del Consorzio Antonio Stradivari, che ha esposto una ventina di strumenti di altrettanti liutai. A poche ore dalla chiusura della kermesse, il bilancio delineato a caldo di Stefano Trabucchi, presidente di Confartigianato e responsabile della sezione liutai, è indubbiamente positivo: «Come sempre, venire a Shanghai è un’occasione che ti permette di incontrare nuovi clienti, di coltivare i rapporti con i contatti cinesi già in essere e di confrontarti con il mondo intero — afferma —. Shanghai non è solo la porta sull’Oriente, ma ormai è la fiera a cui guarda tutto il mondo per la sua vastità e per la sua articolata proposta musicale e strumentale. Devo dire che l’Italia, in questo scenario globale, fa un figurone: lo stand del nostro Paese, realizzato dall’ICE, è veramente bello, luminoso, elegante. A mio avviso, il più bello di tutta la kermesse. Anche il contesto, ovviamente, aiuta a valorizzare il nostro lavoro. Quest’anno siamo riusciti anche a riunirci per una foto di gruppo: l’unione fa la forza, solo così la nostra liuteria può far fronte alle sfide globali e a un mercato sempre più esigente».
Le parole di Trabucchi fanno da viatico a quelle di alcuni dei liutai presenti in fiera fino a sabato scorso. «Per noi la fiera di Shanghai è un ottimo momento per allargare il nostro mercato in Asia, avere nuovi contatti e rivedere amici — spiega Pasquale Sardone —. È una rampa di lancio ideale per i nostri prodotti di qualità in Cina. Corre il dovere di ringraziare il Ministero e l’ICE, che ci danno la possibilità di avere uno stand in un padiglione bello, luminoso e arioso, in cui è piacevole stare e mostrare i nostri lavori. Questa è la porta che ci permette di entrare in contatto con il mercato cinese».
Sandro Asinari, vicepresidente del Consorzio Stradivari, commenta così la partecipazione alla kermesse: «Il Consorzio è presente con due stand: abbiamo esposto circa una ventina di strumenti. A dar man forte alla nostra presenza ci sono anche i nostri corrispondenti a Taiwan, che rappresentano l’avamposto stabile del Consorzio sul mercato cinese — spiega —. L’affluenza è più che buona. Ci fermeremo qualche giorno in più, perché abbiamo organizzato un evento presso il Conservatorio di Hangzhou, una città di dieci milioni di abitanti, dove presenteremo i nostri strumenti a insegnanti e studenti. L’esposizione è organizzata dall’ICE e dal Consolato di Shanghai. Anche questo è un tassello importante per promuovere il saper fare liutario presso chi fa musica e ha deciso di intraprendere una carriera da concertista».

Andrea Varazzani non nasconde la soddisfazione di far parte del gruppo di liutai cremonesi chiamati a rappresentare il saper fare in Cina: «È bello essere qui e confrontarsi col mondo intero. Non si tratta soltanto di fare affari, intessere relazioni o vendere strumenti: essere a Shanghai Music China significa confrontarsi con il mondo, capire quanto vasto e articolato sia il mercato degli strumenti ad arco e come la qualità resti un parametro fondamentale, capace di fare la differenza».
Marco Osio sottolinea l’importanza del contatto diretto con la clientela cinese: «Questo è un appuntamento internazionale importante: a fare la differenza è la presenza di compratori provenienti da tutto il mondo e di un pubblico qualificato e interessato — spiega —. Avere la possibilità di scambiare opinioni sugli strumenti con i cinesi è un modo per capire meglio le esigenze di un mercato vastissimo, curioso ed esigente al tempo stesso, in cui a fare breccia non può che essere la qualità e la riconoscibilità del nostro lavoro, del made in Italy che il mondo intero ci riconosce. Partecipare al Shanghai Music China è un modo per capire come si muove il mercato e quale possa essere la carta vincente che la nostra liuteria deve giocare sulla ribalta internazionale».
Che la Cina e l’Oriente siano un punto di riferimento per il saper fare cremonese è confermato non solo dalla partecipazione dei liutai alla fiera di Shanghai, ma anche dalla recente presenza della Scuola Internazionale di Liuteria alla settimana dedicata ai patrimoni immateriali dell’umanità dell’Unesco.
Sulla stessa linea si colloca la missione che ha visto protagonista la liuteria cremonese a Osaka, nell’ambito dell’Expo, fiore all’occhiello del Padiglione Italia.
Non da ultimo, va ricordata la prossima missione in Corea del Sud, che vedrà protagonisti lo Stradivari Vesuvius, il Museo del Violino, il Laboratorio di Diagnostica dell’Università di Pavia e il Comune di Cremona nelle iniziative di chiusura dell’Anno dello Scambio Culturale Italia–Corea 2024-2025.
L’evento, realizzato con la collaborazione della Korean Foundation for International Cultural Exchange (KOFICE), dell’Istituto Coreano di Cultura in Italia, della Korea Creative Content Agency (KOCCA) e del National Museum of Korea, ha visto un fitto calendario di spettacoli, mostre e iniziative culturali.
La presenza cremonese a Seul vuole essere un segnale importante in un Paese che considera la musica parte integrante della formazione scolastica e che da sempre vanta numerosi musicisti appassionati, grazie a un’educazione musicale che inizia fin da giovanissimi.
L’aspetto commerciale si intreccia con quello culturale, di ricerca e turistico, rafforzando i legami tra Cremona e i rappresentanti istituzionali coreani.
La presenza della liuteria cremonese a Pechino e Shanghai, a Osaka per l’Expo e, da questo fine settimana, a Seul per la chiusura dell’anno di scambio culturale fra Italia e Corea del Sud, racconta di una vocazione internazionale solida e condivisa, in cui istituzioni e artigiani credono profondamente: commessi viaggiatori dell’identità della città di Stradivari e della sua bellezza.
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