L'ANALISI
25 Ottobre 2025 - 05:10
SORESINA - Mi sono chiesta cosa spinga un uomo non più giovane a partecipare ai Master di atletica e la risposta arriva quando incontro Giovanni Lambri, classe 1945. Ci diamo appuntamento in piazza Italia, dove lavora ancora oggi come progettista insieme ai figli Lorenzo e Matteo. Mi accoglie con un sorriso e una vitalità che smentisce la sua età.
La sua passione per lo sport nasce ai tempi della scuola professionale Leonardo Da Vinci di Soresina, grazie al maestro Mazzolari. «Il mio primo amore è stato il calcio, ma non mi bastava», racconta. «Ho iniziato con l’atletica e, durante il servizio nei carabinieri, sono stato selezionato per il centro sportivo di Bologna. Nel 1966, ai campionati militari di Napoli, arrivai terzo: un’emozione indescrivibile, la prova che ogni sacrificio aveva senso».
Giovanni non si è mai tirato indietro davanti alle sfide e lo dimostra il fatto che dopo il diploma professionale, frequenta la serale per geometri a Cremona e consegue l’abilitazione da perito industriale. La voglia di condividere l’amore per lo sport lo porta, nel 1980, a fondare a Barzaniga la Polisportiva Concordia, che coinvolge circa duecento ragazzi tra pallavolo, calcio e atletica: «È stata un’esperienza molto gratificante».
Per quindici anni ricopre anche incarichi nel Centro Sportivo Italiano come consigliere provinciale e nazionale, diventando un punto di riferimento per l’atletica cremonese. Poi una pausa, imposta dal lavoro e dalla famiglia. Ma a sessant’anni decide di rimettersi in gioco: «Lo sport lascia un vuoto difficile da colmare. Superare i propri limiti dà una sensazione unica; la vittoria non è solo un risultato da ottenere, ma un’emozione profonda che fa sentire vivi, connessi al meglio di sé stessi. Così ho ripreso ad allenarmi al campo scuola di Cremona, con la società Ambrosiano di Milano, entrando nella categoria Master». Da allora, i risultati parlano da soli: 32 ori, 30 argenti e 20 bronzi in competizioni nazionali, oltre a un argento europeo indoor. L’ultima impresa è recente: oro nel salto in lungo ai Campionati Italiani Master 2025 a Misano Adriatico. «Una vittoria inaspettata ma voluta intensamente».
Nel corso degli anni ha vissuto anche l’evoluzione tecnica dell’atletica: «Quando iniziai, il salto in alto si faceva di pancia. Dopo le Olimpiadi del 1968, con il Fosbury Flop, cambiai stile anch’io. Ora però penso di tornare al vecchio metodo: inarcare la schiena è diventato più difficile».
Lo sport per lui non è solo competizione, ma anche legami e condivisione: «Mi alleno a Cremona, al Centro Atletica Arvedi, dove ho conosciuto amici come Romano Contini. In pista poi incontro giovani promesse come Leonardo Pini o campioni affermati come Pietro Bertozzi, cinque volte campione italiano di salto in lungo. Ci confrontiamo, ci sosteniamo: con gli anni l’energia diminuisce, ma cresce la concentrazione e la capacità di porsi obiettivi chiari. Ciò che invece non cambia mai è l’amore per la competizione e quella passione autentica che accomuna tutti gli sportivi, a qualsiasi età».
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