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CREMONA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA

Gli ‘riga’ l’auto e lo minaccia: condomino a processo

Vittima l’amministratore di condominio che sollecitava un 41enne al pagamento delle rate

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

23 Ottobre 2025 - 17:57

 Gli ‘riga’ l’auto e minaccia: condomino a processo

CREMONA - Architetto, amministra una trentina di condomini, tra cui lo stesso in cui abita con moglie e due figlie. Qui abita anche un 41enne che, in passato sollecitato perché non pagava le rate, per l’accusa non solo avrebbe minacciato l’amministratore — «Ti prendo a calci nel ...», «Ti riempio di calci nel ...» —, ma gli avrebbe «rigato» le fiancate dell’auto e il portellone del baule: 3mila euro di danni.

I fatti sono accaduti tra la primavera e l’estate 2022, ma tuttora l’imputato starebbe facendo passare le pene dell’inferno non solo all’architetto-amministratore, ma anche alla sua famiglia e a quasi tutti i residenti nel palazzo. L’amministratore è arrivato al punto di farsi accompagnare quando esce per portare l’immondizia, o di staccare, la sera, la cornetta del citofono. Il culmine? Le sue figlie (minorenni) sono così «terrorizzate» che una dorme nel letto con il papà, l’altra nel letto con la mamma. «Il mio stato d’animo, quello della mia famiglia e dei condomini? L’imputato ha destabilizzato l’equilibrio del condominio». Lo ha detto oggi l’amministratore al processo, nel quale è parte civile con l’avvocato Annamaria Petralito. Chiede i danni al 41enne accusato di averlo minacciato e di avergli danneggiato l’automobile.

Il primo episodio (le minacce contestate) è storia del 21 maggio 2022. L’amministratore e un altro condomino stavano dando una mano di vernice alla recinzione, quando è arrivato l’imputato. «Avevo il suo sguardo a un centimetro, ha fatto un pezzo di strada, è tornato indietro e mi ha detto “Ti prendo a calci nel...”». Come mai? «I primi anni i rapporti erano vivibili, poi è diventato aggressivo, minaccioso. Come amministratore di condominio avevo mandato raccomandate di sollecito, una prassi normale come faccio con tutti, perché non ha mai fatto alcun versamento. In quel periodo chiamavo sua madre. Lei: “Mandi a me, pagheremo”. Io non ho preteso a tutti i costi. Per andare incontro, ho anche agevolato con le rateizzazioni. Solo i genitori, molto saltuariamente e mai con puntualità, pagavano». Il condomino che quel giorno stava verniciando la recinzione con l’amministratore ha confermato le minacce. Sul punto, in una dichiarazione spontanea, l’imputato, difeso dall’avvocato Francesco Cogrossi, ha spiegato di «abitare lì dal 2011. Buoni rapporti all’inizio, poi, con il cambio di amministratore condominiale (l’architetto, appunto) la vita è un po’ cambiata. Quel giorno, io stavo andando a lavorare, lui mi ha dato del deficiente. Non l’ho minacciato, è stato un avvertimento».

Il secondo episodio (auto danneggiata) è storia del 10 giugno successivo, sera. Da sei mesi, l’amministratore posteggiava l’auto nel parcheggio pubblico esterno, perché l’imputato «mi ha demolito la basculante del box». «Ho trovato l’auto graffiata». Un’idea l’aveva: «Ho chiamato la Polizia locale, perché nel punto in cui avevo parcheggiato ci sono le telecamere, dopo un po’ di tempo mi chiama la polizia locale, mi informa che le immagini ci sono e si vede l’atto». Video e fotogrammi finiranno nelle mani dei carabinieri, titolari dell’indagine tesa a dare un nome e un volto al «soggetto» armato di «strumento a punta». Il carabiniere: «Si vede un’auto che arriva, scende un soggetto con il braccio teso verso l’auto (dell’amministratore), danneggiandola. Poi entra nel condominio. Non si vede la targa. Il giorno successivo abbiamo fatto un sopralluogo sul posto. C’era un’auto molto simile a quella dell’imputato». Un’auto con «particolari» notati nel video, come «il cerchio anteriore sinistro grigio, lo specchietto sinistro grigio».

Tre anni fa, i condomini sono stati chiamati in caserma, oggi al processo. Ora come allora, a tutti sono state mostrate foto e fermo-immagini. Ed anche se l’immagine «era un po’ sgranata», nell’imputato hanno riconosciuto l’uomo armato di strumento a punta. «L’ho riconosciuto dal modo di camminare e dalla forma del viso», ha detto uno. Lo stesso che, tempo prima, aveva sentito «un botto: mi sono affacciato e ho visto la basculante del box sfondata», precisando di aver notato l’imputato «fare una manovra, ma di non averlo visto nell’atto di sfondare la basculante». Risultato «box inutilizzabile». E «4mila euro di danni — spiegherà poi l’amministratore — più quasi 2mila di citofoni nuovi».

Un altro condomino: «L’ho riconosciuto soprattutto dalla camminata e dalla faccia». Un altro ancora: «I carabinieri mi hanno chiamato per visionare il video e le foto per il riconoscimento. Ho visto l’imputato avvicinarsi all’auto». La sentenza sarà emessa il 15 gennaio 2026.

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