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CREMONA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA

Avvocato pestato, le scuse e la condanna

La sentenza: un anno e 6 mesi. L’Ordine era parte civile: «Abbiamo voluto dare un segnale»

Francesco Gottardi

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fgottardi@cremonaonline.it

17 Ottobre 2025 - 18:23

Avvocato pestato, le scuse e la condanna

CREMONA - Si è chiuso con una condanna a un anno e 6 mesi di reclusione il processo a carico di un 38enne cremonese accusato di aver aggredito, provocandogli lesioni gravi, l’avvocato che il Tribunale aveva nominato come suo amministratore di sostegno.

I fatti, come emerso in aula, risalgono al 13 marzo dello scorso anno. Dopo giorni di messaggi di morte inviati su WhatsApp, il 38enne aveva fatto irruzione nello studio del legale. Voleva dei soldi e l’avvocato era il suo amministratore di sostegno, incaricato di gestire anche la parte economica. Dopo aver spaccato il vetro della porta l’imputato aveva devastato l’ufficio, distruggendo telefono, monitor e computer, per poi avventarsi fisicamente sul legale. L’aggressione era stata brutale: calci e pugni che hanno causato al professionista la lesione del timpano sinistro — con un conseguente calo dell’udito —, contusioni al volto e alle braccia, e gli occhiali rotti.

La sentenza pronunciata oggi mette la parola fine a una vicenda di violenza che aveva portato l’intero Ordine degli avvocati locale a scendere in campo, costituendosi parte civile in un gesto inedito per «testimoniare la vicinanza al collega e affermare il ripudio di qualsiasi forma di intimidazione».

Una presa di posizione che ha avuto le sue conseguenze, portando a un accordo tra le parti: l’Ordine, rappresentato dall’avvocato Isabella Cantalupo, ha infatti rinunciato alla costituzione di parte civile, dopo aver concordato un risarcimento dei danni con l’imputato, difeso dall’avvocato Andrea Polara. Questo accordo extragiudiziale ha riguardato il danno ‘all’immagine e alla libertà dell’avvocatura’ che l’ente forense aveva fatto valere in giudizio e ha portato a «un risarcimento in due forme – ha spiegato Cantalupo –: in primo luogo la pubblicazione sul sito dell’Ordine di una lettera di scuse da parte dell’imputato e, in secondo luogo, un risarcimento simbolico di 300 euro da devolvere in beneficenza». La parte civile personale dell’avvocato vittima dell’aggressione, rappresentato dal collega Giampaolo Bellini, ha rimesso a sua volta la querela in seguito al risarcimento di 2.000 euro versato alla vittima.

Nella lettera di scuse l’imputato ha chiesto «scusa per il mio comportamento nei confronti dell’avvocato. Un atteggiamento dovuto anche al mio stato psichico. Malgrado ciò non voglio giustificarmi le mie scuse nei confronti dell’avvocato e verso l’intera categoria che non era mia intenzione offendere». Decaduti così i due capi di imputazione (danneggiamento e violazione di domicilio) sono rimasti la violenza e minacce a pubblico ufficiale e le lesioni aggravate, procedibili d’ufficio anche senza querela. Imputazioni per le quali il pubblico ministero aveva chiesto 7 mesi di condanna. Ma il giudice ha deciso per una pena di un anno e 6 mesi. Fin dal suo ingresso nel processo, l’ordine degli avvocati, per voce del presidente Alessio Romanelli, aveva spiegato la portata simbolica del gesto: «Vogliamo dare un segno, anche nel processo, della presenza dell’ordine a fianco di tutti i colleghi». Un messaggio reso ancor più significativo dalla decisione di rinunciare al compenso dovuto: «Essendo una questione ordinistica e relativa alla classe forense – ha spiegato l’avvocato Cantalupo – abbiamo rinunciato alla retribuzione della nostra prestazione. D’altronde quel che è giusto è giusto».

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