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CREMONA. IL LUTTO

Addio a Luigi, ‘nonno civico’ del parco

Dolore al Boschetto, dove era conosciuto per la sua gentilezza. «Eravamo tutti suoi nipoti»

Rebecca Loffi

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21 Ottobre 2025 - 21:07

Addio a Luigi, ‘nonno civico’ del parco

CREMONA - Il quartiere Boschetto ha salutato uno dei suoi volti più amati: Luigi Brambati, conosciuto da tutti come il ‘nonno civico’ del Parco degli Alpini. La sua scomparsa, all’età di 86 anni, ha lasciato un grande vuoto, soprattutto tra coloro che, da bambini, ebbero la fortuna di incontrarlo nel parchetto accanto alla scuola per l’infanzia. Per anni, puntuale come un orologio, Luigi si presentava infatti ogni pomeriggio alle 16, per accogliere con un sorriso i piccoli all’uscita della scuola. «Era stato un nonno affettuoso per i suoi nipoti, oramai grandi — racconta Elisabetta Gonzaga, che per lungo tempo ha vissuto a poca distanza da Brambati — ma aveva un cuore grande anche per tutti gli altri bambini. Li spingeva sulle altalene, li aiutava a salire sui giochi ed inventava storie sempre nuove, con loro per protagonisti. Con semplicità, era riuscito a creare legami di affetto e di stima, che sono durati nel tempo».

Nel parco, Luigi era più di una presenza discreta: era una certezza. Un custode gentile che vegliava su ogni bambino e si assicurava che nessuno si facesse male. Quando l’età, e le sue condizioni di salute, non gli avevano più permesso di essere lì ogni giorno, il suo vuoto si era fatto sentire. «Più di una volta, negli ultimi anni, ho udito il vociare dei bambini, attraverso la finestra — continua Gonzaga — chiedevano, rammaricati: ‘Dov’è Luigi?’ Mancava loro un punto di riferimento quotidiano».

La figura di Brambati incarnava infatti un altruismo ormai raro, fatto di piccoli gesti e costante disponibilità. Era sempre pronto a dare una mano; non soltanto ai più piccoli, ma anche agli adulti del quartiere. «Luigi aveva una vocazione inesauribile: la gentilezza — ricorda con affetto anche Luigi Armillotta, presidente del Comitato di Quartiere 2 — rappresentava l’affetto e la cura per le persone e per le cose. Non era raro vederlo sistemare una vite fuori posto nei giochi del parco, o dare consigli su come aggiustare qualcosa. Amava sentirsi utile, con pazienza ed umiltà». Armillotta conserva anche un ricordo personale: «Non solo è stato una presenza importante nella vita di mia figlia; ma ricordo ancora quando mi insegnò a sostituire la corda delle tapparelle, con calma e precisione. Luigi era così: paziente, discreto, mai invadente». Celebre, tra i suoi vicini, un altro episodio emblematico: quando alcuni uccellini fecero il nido nella sua cassetta della posta, anziché spostarli, Brambati ne installò una nuova accanto. «Per non disturbarli», aveva spiegato, con un sorriso: un gesto semplice, ma capace di raccontare tutta la sua sensibilità. Oggi, il quartiere Boschetto, lo ricorda con commozione. E nel Parco degli Alpini, tra le altalene che oscillano e le voci dei bambini, l’eredità del signor Brambati — fatta di cura, e di presenzacontinuerà, ancora a lungo, a vivere.

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