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CREMONA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA

Razzia di pc al Torriani: «Ladro collaborativo»

Il furto nel 2020. L’uomo condannato a 2 anni e 6 mesi, la ricettatrice a 18 mesi

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

16 Ottobre 2025 - 17:56

Furto al Torriani durante il lockdown: condannati ladro e ricettatrice

Il Torriani

CREMONA - Nella notte del 29 febbraio 2020, mentre sulla scena italiana domina la pandemia da Covid, a Cremona, un ladro si intrufola nell’istituto Janello Torriani, passando dal cancelletto esterno (ha manomesso il lucchetto) che confina con il campo da calcio del quartiere, il Cambonino, lo stesso dove abita. Bottino: computer notebook, computer portatili con carica batterie, mouse, videoproiettori, casse audio portati via dalle aule del primo e del secondo piano dell’istituto, e due mazzi di chiavi della scuola.

Il ladro, Marco B., 55 anni, volto noto alla polizia per via dei suoi precedenti, oggi è stato condannato a 2 anni e 6 mesi (il pm onorario aveva chiesto 2 anni, lo ha difeso l’avvocato Cristina Pugnoli). E per ricettazione, è stata condannata a 1 anno e 6 mesi Olimpia, 65 anni, la barista, alla quale il ladro aveva portato parte della refurtiva, perché la vendesse (il pm aveva chiesto 1 anno, difensore Corrado Locatelli). Per lei, pena sospesa.

Luca Mori è il sostituito commissario coordinatore della Squadra mobile che cinque anni fa, raccolta la denuncia, è risalito al ladro e alla ricettatrice. Bazzicando la piazza cremonese, «un confidente» gli ha fatto il nome di Marco, spiegandogli che con lui si era vantato di avere, insieme alla refurtiva, una pistola. Quando la polizia ha bussato a casa sua per cercare l’arma, la pistola non c’era. «la perquisizione ha avuto esito negativo», ma « l’imputato «è stato assolutamente collaborativo», consegnando il ‘bottino’ della scuola. Ha condotto chi ha indagato per la casa. In corridoio ha aperto l’armadio. Sono spuntati un notebook con carica batteria, batteria e mouse, i due mazzi di chiavi della scuola, nella federa da cuscino per divano di colore viola un altro notebook. Marco ha consegnato anche un ‘pizzino’: un foglietto sul quale aveva scritto a mano le indicazioni sul valore del pc da vendere.

L’imputato ha portato l’investigatore nello scantinato. Vicino alla sua bicicletta, c’era uno zaino, il nascondiglio di un videoproiettore e di un computer notebook. In un cestino della sua bicicletta c’era una scatola da scarpe con gli ‘attrezzi’ del mestiere: un paio di guanti da lavoro, una smerigliatrice, una pinza in metallo, un cacciavite con la punta a stella , un altro cacciavite, due tondini metallici e un rotolo di sacchetti in cellophane di colore nero «parzialmente utilizzato». Nell’altro cestino c’era una federa da cuscino per divano di colore viola: faceva il paio con quella trovata nell’armadio in casa. Dallo scantinato alla soffitta: qui sono spuntate due casse audio.

Mancavano alcuni personal computer e dei mouse indicati nella lista riportata in denuncia. Marco non si è tirato indietro, anzi. Ha riferito di averli consegnati a una donna di nome Olimpia, romena, proprietaria di un bar in via San Bernardo. Gli investigatori si sono presentati nel locale.

Anche Olimpia «è stata collaborativa». Ha consegnato 3 computer portatili e 4 mouse. Tutto il materiale informatico è stato sequestrato. Tra i beni rubati nella scuola, mancavano, però, all’appello tre pc e due videoproiettori. Erano già stati venduti, quando al bar si sono presentati gli investigatori.

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