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L'ASSESSORE REGIONALE

Beduschi: «Il latte lombardo resti lombardo», Cremona tra i leader della produzione con 1,6 milioni di tonnellate

La Lombardia conferma la sua leadership nella filiera lattiero-casearia nazionale con il 46% della produzione italiana di latte. «Serve investire in formazione e management per competere sui mercati globali, senza perdere il legame con il territorio»

La Provincia Redazione

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16 Ottobre 2025 - 19:29

Beduschi: «Il latte lombardo resti lombardo», Cremona tra i leader della produzione con 1,6 milioni di tonnellate

MANTOVA – La Lombardia si conferma locomotiva del settore lattiero-caseario italiano, con 5.975 allevamenti, 580.000 vacche da latte e quasi la metà della produzione nazionale (46%). Un comparto che trova in Cremona uno dei poli più forti e dinamici: nel 2024 la provincia ha registrato 1,6 milioni di tonnellate di latte consegnato, seconda solo a Brescia (1,7 milioni) e davanti a Mantova (1,1 milioni).

La filiera cremonese si distingue per l’elevata concentrazione di aziende medio-grandi: l’82% degli allevamenti conta oltre 100 capi, un dato che testimonia un’alta capacità produttiva e organizzativa. Un modello che coniuga tradizione agricola, innovazione e integrazione industriale, con un forte orientamento verso le produzioni DOP come Grana Padano e Provolone Valpadana, pilastri dell’economia locale.

Durante il convegno organizzato a Mantova da Clal e Ismea, l’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Alessandro Beduschi ha ribadito la centralità della Lombardia nella filiera nazionale e internazionale del latte: “La nostra regione è leader grazie a un sistema che unisce cooperazione, industria e innovazione. Il latte lombardo non è solo quantità, ma qualità e valore aggiunto. Più della metà della produzione diventa formaggio DOP e le nostre latterie cooperative sono il cuore pulsante del settore”.

Beduschi ha poi aggiunto che per mantenere questa posizione di eccellenza “serve uno scatto in avanti: dobbiamo investire in formazione, management e capacità imprenditoriale, senza mai perdere il legame con il territorio. Il latte lombardo deve restare lombardo, ma deve anche saper competere sui mercati globali”.

Nonostante le difficoltà del comparto agricolo, la Lombardia continua a crescere: negli ultimi dieci anni le consegne di latte sono aumentate del 18,9%, e il numero di vacche da latte in Italia è cresciuto di 39.000 unità (+2,7%), in controtendenza rispetto a Germania, Francia e Olanda.

“La formazione è la nostra vera politica industriale – ha evidenziato Angelo Rossi, presidente di Clal – solo imprese preparate possono rafforzare l’export e dare valore alla filiera lattiero-casearia”. A ribadire l’importanza dei dati e delle analisi, il presidente di Ismea Livio Proietti: “Disporre di informazioni affidabili è fondamentale per rispondere alle sfide globali e valorizzare un patrimonio agroalimentare che rappresenta un’eccellenza riconosciuta nel mondo”.

Con i suoi numeri e la qualità delle sue produzioni, Cremona resta dunque uno dei cardini della “potenza bianca” lombarda, capace di coniugare tradizione, efficienza e competitività sui mercati internazionali.

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