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CREMONA

Un orto sociale per far rifiorire le vite

Il progetto, nato dalla collaborazione tra Caritas e Lions e sostenuto da un gesto solidale, offrirà occasioni di inclusione e lavoro a persone in difficoltà, trasformando uno spazio incolto in un luogo di riscatto e speranza

La Provincia Redazione

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13 Ottobre 2025 - 09:43

Un orto sociale per far rifiorire le vite

Nel riquadro Margherita Brambilla, Claudio Dagheti, Umberto Fayer e Irene Formaggia

CREMONA - Un nuovo orto sociale nel quartiere di Santa Maria, gestito dalla Caritas diocesana e sostenuto dal Lions Crema Host. Si tratta di un terreno dato in comodato da Irene Formaggia, ex giudice della Corte d’appello di Milano, con il sostegno economico del Lions.

Il progetto è stato illustrato in una conviviale tenutasi al ristorante Atelier, alla quale sono intervenuti il presidente del club Umberto Fayer, il direttore della Caritas cittadina Claudio Dagheti con l’operatrice Margherita Brambilla e la stessa Formaggia.

«Si tratta di un progetto importante – ha spiegato Dagheti – che rientra nella nostra mission: sostenere le persone in difficoltà e i più deboli. Negli ultimi anni stiamo assistendo a un aumento della povertà, anche tra chi ha un lavoro. Ci stiamo dedicando all’inserimento delle persone nel mercato del lavoro: sia di chi è disoccupato da tempo e cerca un’occupazione, sia di chi ha una disabilità non certificata e non riesce a rientrare nel mondo del lavoro, ma anche di chi proviene da percorsi di giustizia riparativa.

Per questo motivo, l’orto sociale è uno strumento prezioso per rispondere a queste esigenze. Oltre a offrire un’occupazione, quanto coltivato viene in parte venduto presso la Casa della Carità, e le offerte raccolte vanno a sostegno delle attività della Caritas».

Durante la serata sono state raccontate diverse storie di riscatto, testimonianze di persone che, grazie all’impegno dell’associazione, hanno potuto ricominciare.

«È un sogno che si trasforma in realtà – ha affermato Formaggia –. Avendo a disposizione un’area incolta appartenuta ai miei genitori, ho deciso di abbracciare il progetto dell’orto sociale tramite la Caritas per dare alle persone una chance importante: quella di ripartire dalle proprie risorse, e non dai problemi, perché fa rigermogliare la vita».

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