L'ANALISI
11 Ottobre 2025 - 05:20
Franco Vázquez
CREMONA - In un campionato che corre sempre più veloce, dove i giovani talenti vengono lanciati con sempre maggiore convinzione, la Cremonese sceglie la via della solidità e dell’esperienza. L’analisi delle età medie delle rose di Serie A mostra infatti come i grigiorossi siano una delle squadre più ‘anziane’ del campionato. Con un’età media di 27,7 anni la squadra di Davide Nicola si colloca al quartultimo posto di questa speciale classifica, davanti soltanto a Lazio, Napoli e Inter. Un dato che, letto superficialmente, potrebbe sembrare un limite, ma che in realtà racconta una precisa filosofia: affidarsi a uomini esperti, abituati a reggere la pressione e capaci di trasmettere mentalità e leadership a un gruppo che ha appena ritrovato la Serie A.
Tra le neopromosse, la Cremonese è quella con la rosa più esperta. Il Parma addirittura con un’età media di 24 anni, la più bassa dell’intero campionato, mentre la società di via Postumia ha preferito costruire un gruppo solido e consapevole, che possa affrontare le difficoltà della massima serie con equilibrio e continuità.
Non è un caso, dunque, che tra i simboli di questa Cremonese 'matura' ci siano giocatori che hanno scritto pagine importanti del calcio europeo.
Il più anziano del gruppo è Jamie Vardy, 38 anni, arrivato quest’estate come colpo internazionale. La sua esperienza, la sua mentalità vincente e il suo spirito da leader sono già diventati un punto di riferimento per lo spogliatoio.
Subito dietro, con i suoi 36 anni, c’è Franco Vázquez, il Mudo, che dopo una stagione in Serie B da protagonista ha deciso di proseguire l’avventura in grigiorosso. Tecnica sopraffina, visione di gioco e capacità di leggere le partite: Vázquez resta un elemento fondamentale per la costruzione offensiva.
A completare il terzetto dei veterani c’è Marco Silvestri, portiere di grande esperienza e affidabilità, 34 anni, arrivato per dare sicurezza a un reparto che si è già adattato ai ritmi della A.
Tre leader, tre punti di riferimento dentro e fuori dal campo, tre esempi per i tanti giovani presenti in rosa. Perché la Cremonese non è solo esperienza: alle spalle dei senatori cresce un gruppo di ragazzi promettenti che rappresentano il futuro del club. Il più giovane in assoluto è il centrocampista georgiano Dachi Lordkipanidze, classe 2005, sempre convocato da Nicola ma non ancora impiegato in gara ufficiale. Il più giovane ad aver esordito, invece, è Mikayil Faye, difensore ex Barcellona, che ha fatto il suo debutto a San Siro contro l’Inter, distinguendosi per personalità e sicurezza nonostante i soli 21 anni. Accanto a loro, altri nomi interessanti: Warren Bondo, Tommaso Barbieri, Filippo Terracciano e Romano Floriani Mussolini. Giovani pronti a dare energie nuove e ad apprendere dai compagni più navigati.
Guardando al resto del campionato, il confronto con le grandi è illuminante: l’Inter (28,8 anni) è la squadra più vecchia della Serie A, seguita dal Napoli (28,4). Non è un caso che siano le stesse formazioni che si sono giocate lo scudetto nella scorsa stagione e che anche quest’anno partono tra le favorite: l’esperienza, nel calcio, resta un valore.
All’opposto, in fondo alla classifica, il Parma di Cuesta – appena 29 anni anche per l’allenatore – rappresenta il modello di una squadra giovane e intraprendente, con un’età media di appena 24 anni. Dietro ai ducali, Lecce e Sassuolo (25,1 e 25,5 anni) confermano una tendenza a scommettere sulla crescita dei propri talenti.
La Cremonese, invece, si muove su un’altra linea: consolidamento, equilibrio e personalità, cercando di sfruttare i giovani ma accanto a giocatori di esperienza. Nicola ha voluto un gruppo pronto a soffrire e a reagire, più che a stupire per freschezza o talento acerbo. Una scelta perfettamente coerente con l’obiettivo stagionale: la salvezza.
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