L'ANALISI
07 Ottobre 2025 - 08:00
Simone Giacchetta
CREMONA - La bufera affrontata un anno fa dopo la finale playoff persa a Venezia è stata poca cosa rispetto a quello che attende la Cremonese quest’anno. In Serie B lo Spezia (ultimo in classifica) sta pagando pesantemente il mancato salto in Serie A per mano dei grigiorossi «ma esattamente un anno fa anche a Cremona, se ricordate bene, cominciava la parentesi di Corini proprio perché gli effetti negativi della finale persa stavano incidendo negativamente».
A ricordarlo è il direttore sportivo grigiorosso Simone Giacchetta, a sottolineare come andrebbe rivalutata l’impresa compiuta la scorsa stagione, che allo stesso tempo è quasi nulla in confronto al percorso che adesso attende la Cremonese.
Il ciclone Inter ha spazzato via i ragazzi di Nicola dal campo insieme alla loro imbattibilità, ma la classifica al momento sorride ancora.
«La sconfitta con l’Inter — prosegue Giacchetta — ha ricordato che cosa è il vero campionato di Serie A. Semmai sono tanti i 9 punti della Cremonese, ma non ci siamo allontanati da quello che è il nostro pensiero iniziale. Il campionato per noi resta difficilissimo, ai limiti dell’impossibile. Siamo gli ultimi arrivati e questo non semplifica il compito; tutti i giocatori venuti alla Cremonese sanno che dovranno soffrire molto e non molleranno mai. La sconfitta contro l’Inter sulla carta non è una sorpresa, lo sono i primi risultati straordinari tra cui il successo contro il Milan, perché 9 punti a ottobre sono tanti».
Giacchetta traccia un ulteriore solco tra i grigiorossi e la corazzata di Chivu.
«L’Inter ha giocato due finali di Champions League, noi lo scorso giugno eravamo ai playoff di Serie B. Se certi giocatori nerazzurri stanno bene, allora il pallone sa sempre dove andare, con la velocità e la direzione giusta; loro non ti lasciano il tempo per aggredire. L’Inter ci ha fatto capire che per competere a questi livelli occorre essere al top fisicamente e mentalmente. Ma non sono queste le squadre da battere».
Gli ultimi rinforzi della Cremonese sono stati stranieri che non conoscono la Serie A e hanno pagato presto i carichi di lavoro.
«I problemi fisici che hanno incontrato non dipendono dall’adattamento al calcio italiano perché sono stati impiegati poco. Il mercato aperto incide sulla preparazione da una situazione all’altra. Intendo dire che il giocatore sul mercato affronta la preparazione in modo diverso rispetto a chi invece sa già di essere parte del progetto. Qualcuno è quindi arrivato più indietro come condizione. Stiamo cercando di mettere tutti sullo stesso piano. Qualcuno ha anche avuto qualche contrattempo fisico e nessuno di questi finora è mai stato schierato titolare. Solo Payero ha giocato a Como ma poi si è fermato ancora. La sosta servirà a metterci a posto fisicamente e a conoscerci meglio. A Milano mi sono piaciuti gli ingressi di Vardy e Faye, ma sia chiara una cosa: il campionato per la Cremonese deve ancora iniziare».
L’anno scorso la Cremonese ha vinto nonostante avesse perso Coda. Quest’anno ha lasciato fuori lista quattro elementi.
«C’è sempre una idea tecnica alla base da rispettare, ma non mi pare che Nicola abbia avuto poca scelta nonostante gli infortuni. Il vero problema oggi è recuperare la condizione di tutti. Purtroppo Collocolo impiegherà più tempo, così come Moumbagna, ma altri come Audero e Payero dovrebbero essere pronti per la ripresa del campionato».
Si ripartirà da quota 9 punti, in piena zona salvezza.
«9 punti che aiutano a lavorare con più determinazione, ci dicono che dobbiamo impegnarci il doppio. Metto la quota salvezza attorno ai 34-35 punti per cui la strada è lunghissima, ma l’allenatore conosce i percorsi per portarci fino al traguardo».
Un messaggio che Giacchetta ha trasmesso a tutti i giocatori.
«Tutti sanno quale sia la premessa iniziale, perché ho chiesto la stessa cosa a tutti quelli che ho contattato: ‘Te la senti di trascorrere periodi senza vincere una gara?’ Sappiamo che questo sarà il nostro percorso. Questo entusiasmo aiuta a vivere meglio il quotidiano, ma l’obiettivo è essere competitivi fino alla fine. Spero che i tifosi capiscano perché dobbiamo sostenerci nei momenti critici. In Serie A i filotti di sconfitte sono possibili e arriveranno, ma noi possiamo essere bravi in due modi: evitare che arrivino, oppure fare in modo che non durino a lungo».
Alla ripresa cinque gare contro Udinese, Atalanta, Genoa, Juventus e Pisa: quanti scontri diretti vede?
«L’Udinese si salva da decenni, per cui non la metto come scontro diretto e poi ha battuto l’Inter. La metto sullo stesso piano del Sassuolo, quindi sarà importante non perdere. Anche il Genoa ha una bella tradizione in Serie A. La classifica oggi dice che alcune di queste gare sono scontri diretti, ma noi siamo gli ultimi arrivati fra gli ultimi e dovremo restare umili».
Vardy, a sentire i compagni, si è integrato bene.
«È positivo il suo modo di allenarsi e di stare con gli altri. È un ragazzo alla mano come tutti. Ha un suo percorso, un suo curriculum; lo spogliatoio lo ha accolto con grande entusiasmo perché è uno di quelli che non molla mai, nemmeno in allenamento».
La Georgia Under 21 ha convocato Dachi Lordkipanidze (2005), finora mai visto ma portato sempre in panchina da Nicola.
«Un altro piccolo segnale che vuole dare la Cremonese è cercare di far crescere i suoi ragazzi attraverso percorsi all’interno del club o mandarli fuori per riaverli più maturi. È un ragazzo interessante, merita di stare in questo contesto, poi vedremo se sarà necessario mandarlo a giocare. Deve portare pazienza, ma la possibilità di allenarsi in questo gruppo lo fa crescere».
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