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CREMONA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA

Perde le staffe in ospedale: condannato a otto mesi

Giovane con disturbi psicologici voleva essere ricoverato. La difesa ridimensiona i fatti

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

08 Ottobre 2025 - 19:18

"E' emergenza sanitaria", ecco l'ordinanza

CREMONA - Ad attenderlo nel cortile del Palazzo di giustizia, c’era quasi tutta la sua famiglia: la mamma, due delle tre sorelle (una era impossibilitata), il fratello, la zia, una cugina. «Ci ha chiesto di venire, voleva vederci. Non fa che dirci: ‘Vi amo’ ed è molto dispiaciuto per quello che ha fatto», racconta la madre di un 25enne. Suo figlio è in carcere da fine luglio, dopo aver perso le staffe al Pronto soccorso dell’ospedale Maggiore. Voleva essere ricoverato in psichiatria. Incassati i ‘no’, aveva perso la testa. In carcere è finito per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni ai poliziotti e per aver danneggiato un corrimano del Pronto soccorso. Oggi, nel processo con il rito abbreviato, è stato condannato a 8 mesi. Il pm aveva chiesto 2 anni e 8 mesi.

I familiari giù in cortile, la mamma in aula, pronta a riportarsi il figlio a casa, ai domiciliari, con braccialetto elettronico e con l’obbligo a presentarsi al Cps e al Serd. Sull’istanza degli avvocati, Stefania Giribaldi e Davide Garbetta, di modificare la misura, il giudice si è riservato. L’avvocato Giribaldi ha «contestualizzato il fatto», spiegando «la situazione personale» del 25enne, che «va più volte al Pronto soccorso, perché si rende conto di avere necessità di assistenze psichiatriche o psicologiche, ma più volte gli vengono negate le cure e il ricovero». Il ragazzo «patisce disturbi a livello psicologico, anche in carcere è stato preso in carico al Serd». Il legale è entrato nel merito dei fatti, li ha ridimensionati. «Ha danneggiato un corrimano».

Si è focalizzata sul reato di lesioni introdotto dal decreto-sicurezza: punisce più severamente le lesioni personali dolose commesse ai danni delle forze dell’ordine e a personale sanitario o socio-sanitario e a chiunque svolga attività ausiliarie ad essa funzionale.

«Tutti hanno detto che il nostro assistito era in forte stato di agitazione, era incontrollabile — ha sottolineato l’avvocato -. I poliziotti hanno cercato di contenerlo e nel farlo, si sono procurati escoriazioni con prognosi di 4 giorni». Il giudice ha riqualificato il reato.

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