L'ANALISI
CREMONA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA
08 Ottobre 2025 - 16:47
CREMONA - Per il difensore, «rimarrebbe, comunque, un beneficio del dubbio grosso come un iceberg». Il giudice non ha avuto dubbi. E ha condannato a 3 anni di reclusione un 38enne «geloso e ludopatico», che per l’accusa ha alzato le mani sull’ex convivente, 36 anni, e l’ha minacciata di morte: «Anche se ti ammazzo non ho niente da perdere», l’ha ossessionata, controllata, da dicembre del 2020 a quasi tutto il 2021.
Per l’imputato, il pm aveva chiesto 2 anni. Il giudice lo ha anche condannato a risarcire con 5mila euro (provvisionale) la vittima, parte civile con l’avvocato Mimma Aiello. Entro 60 giorni, la motivazione della sentenza. «Tutto si riduce, qualora venisse condannato, a invocare un atto di fede, come spesso succede in questi processi, nei confronti delle dichiarazioni della donna», aveva arringato l’avvocato Giorgio Lazar. Davanti al giudice, la vittima si era portata una mano al collo: «Qui avevo il livido». L’altra, l’aveva posata sul braccio: «Era tutto nero». Ma, «avevo anche lividi sulla gamba; mi ha dato uno schiaffo, mi tirava i capelli, mi ha minacciato di morte. Avevo davvero paura che mi ammazzasse».
Lavoravano nella stessa azienda, lui è stato mandato via. «Era geloso, non potevo salutare i colleghi, mi controllava il telefono, anche quando parlavo con mia madre. Un volta ero al supermercato, c’era la fila. Continuava a chiamarmi: ‘Dove sei?’. Ho dovuto fare una video-chiamata per fargli vedere dov’ero. Ogni volta mi diceva: ‘Non lo faccio più, scusa’». Episodi «ripetuti», aveva dichiarato la donna.
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