L'ANALISI
08 Ottobre 2025 - 15:08
CREMONA - L’invecchiamento come un processo dinamico e complesso, non più leggibile come un inevitabile percorso di declino, ma come una fase della vita in cui è possibile rimanere attivi e partecipi della comunità, grazie alla collaborazione tra i diversi specialisti di riferimento.
Questa è la “sfida della complessità”, che ha dato titolo alle due giornate del Congresso Regionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), ospitato nei giorni scorsi dall’Università Cattolica di Cremona.
Con il patrocinio del Comune di Cremona, di Ats Val Padana e di Asst Cremona, il congresso ha esplorato il significato odierno dell’invecchiamento e la gestione delle patologie complesse, ma anche le nuove sfide della modernità, tra cui il ruolo in ascesa della telemedicina e dei sistemi di intelligenza artificiale.
Presenti, tra gli altri, Simona Gentile, direttrice sanitaria dell’Azienda Speciale Comunale Cremona Solidale, e Alessandro Morandi, professore associato presso l’Università degli Studi di Brescia (nonché medico geriatra di Cremona Solidale).
Centrale l’idea della vecchiaia non solo come “fase di fragilità”, ma come spazio potenziale in cui costruire nuove relazioni, valorizzare le proprie competenze e continuare a offrire un contributo alla società. Un concetto sottolineato con forza dalla sociologa Elisabetta Donati (responsabile scientifica della Fondazione milanese Ravasi Garzanti), tra i relatori del Congresso.
«L’Organizzazione Mondiale della Sanità parla non soltanto di ageing in place, ma di ageing in (the right) place», ha chiarito Donati. «Questa espressione fa riferimento alla necessità di invecchiare nel posto giusto, con la capacità di vivere a casa propria, ma anche nella propria comunità in senso più ampio, sentendosi sicuri, autonomi ed a proprio agio, a prescindere dall’età».
La sociologa ha evidenziato come il concetto di “casa” non debba limitarsi al domicilio, ma estendersi all’intero ecosistema relazionale e urbano in cui la persona vive. Di qui, la necessità per le città di creare nuovi co-habitat sociali e culturali, grazie a un’alleanza costante tra amministrazioni, servizi e comunità.
«Le trasformazioni demografiche in atto implicano che le politiche sociali, l’urbanistica, la mobilità, la sanità, il welfare e l’economia locale debbano ripensarsi», ha aggiunto Donati «per meglio rispondere ai bisogni di una popolazione non solo più longeva, ma anche più attiva e capace».
Tra le strategie da adottare con sempre maggiore frequenza: il co-housing, le reti di prossimità in sinergia con il volontariato locale, l’eliminazione delle barriere architettoniche e gli interventi di rigenerazione urbana.
Le città “amiche dell’invecchiamento” – è emerso nel corso del convegno – dovranno diventare luoghi sicuri, accessibili e partecipativi, con spazi verdi, panchine, percorsi pedonali ben individuati, illuminazione adeguata e trasporti pubblici facilmente fruibili.
«Nei prossimi anni assisteremo a un notevole aumento della popolazione ultra 85enne, ma anche a un progressivo “spostamento in avanti” della fragilità», ha ribadito il dottor Angelo Bianchetti, presidente della SIGG Sezione Lombardia. «Intercettarla precocemente sarà essenziale per ridurre il carico sul Sistema Sanitario Nazionale, attraverso una collaborazione efficace con la medicina di famiglia e il territorio di riferimento».
«La tradizione cremonese – ha osservato Bianchetti – è virtuosa: qui poli d’eccellenza, come Cremona Solidale, sono in grado di proporre una presa in carico a tutto tondo.
Anche il progresso tecnologico, attraverso i sistemi di domotica e telemedicina – ha aggiunto, infine, il geriatra – potrà diventare un alleato prezioso, consentendo di monitorare lo stato di salute a distanza e di rendere le abitazioni sempre più sicure, accessibili e intelligenti».
Grande soddisfazione è stata espressa anche da Giuseppe Bellelli, ordinario di Geriatria presso l’Università Milano Bicocca, past president della SIGG Lombardia e primario di geriatria all’IRCCS San Gerardo di Monza.
«Ad oggi, la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria conta 2.500 iscritti in tutta Italia, e circa 300 nella sola regione Lombardia. La geriatria – ha aggiunto Bellelli – è infatti una specialità in crescita, attrattiva per giovani medici e ricercatori per la sua capacità di promuovere una visione olistica dell’individuo.
La sua sfida, in futuro, sarà evitare l’insorgere della disabilità, attraverso un approccio integrato.
Come il modello ICOPE, proposto dall’OMS: esso prevede la valutazione delle capacità intrinseche dell’anziano in sei domini ( mobilità, salute cognitiva, vista e udito, vitalità, aspetti nutrizionali ), per individuare precocemente i bisogni e proporre piani di cura ad hoc.
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