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MONTICELLI D'ONGINA

Bullismo sul lavoro, Raffaele Capperi si dimette per tutelare la salute

Il tiktoker e attivista contro le violenze sui minori racconta di essere stato vittima di insulti e prese in giro dai colleghi. Dopo mesi di stress e malesseri, ha deciso di lasciare il posto, invitando le aziende a promuovere ambienti lavorativi più empatici e inclusivi

La Provincia Redazione

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08 Ottobre 2025 - 05:05

Bullismo sul lavoro, Raffaele Capperi si dimette per tutelare la salute

Raffaele Capperi

MONTICELLI D'ONGINA - Da anni si batte per combattere il bullismo nelle scuole e sui social, rivolgendosi soprattutto a bambini e ragazzi ai quali porta la sua difficile esperienza che riteneva ormai superata. E invece, da adulto, il tiktoker Raffaele Capperi ha vissuto nuovamente le ingiustizie dell’infanzia, in un contesto lavorativo. Dopo mesi di silenzio, di cure mediche e di psicoterapia, ha deciso di raccontare anche questa fase della vita.

Un’altra sfaccettatura della cattiveria, che non si aspettava: «A fine luglio mi sono licenziato, rinunciando ad un tempo indeterminato – spiega –. Non ce la facevo più, ero in burnout e con diversi malesseri fisici, ma anche attacchi di panico. Il motivo? Lo stesso che ha spinto il mio attivismo di questi anni: il bullismo».

Capperi, nato con la Sindrome di Treacher Collins che gli provoca anche problemi di udito, racconta: «Non pensavo potesse accadere, all’inizio non ci ho dato peso, credevo di fraintendere, di prendermela troppo. Col tempo però la cosa è diventata insostenibile. Da una parte dei colleghi arrivavano continue battute sul mio stato, sul fatto che usufruivo della legge 104, sui miei video anti-bullismo. E poi anche le cattiverie: ‘Ti raddrizzo la faccia’, ‘Handicappato’, ‘Alzati che quello è il mio posto’, ‘Ti strappo l’auricolare’. Avveniva prevalentemente durante la pausa pranzo in mensa, qualche collega mi ha difeso, uno in particolare, e i datori di lavoro si sono detti dispiaciuti. Mi hanno suggerito di rispondere, di resistere, hanno parlato coi rappresentati sindacali. Ma non è stato preso alcun provvedimento e io, ad un certo punto, non ce l’ho più fatta. Ogni volta che entravo in mensa tremavo, ero ormai distrutto psicologicamente e con una serie di problemi di salute causati dallo stress. Mi prendevano in giro anche per quelli. E al rientro dai giorni di malattia era ancora peggio».

Raffaele ha scelto di andarsene: «Avrei potuto litigare, fare casino, resistere come mi era stato suggerito, ma ho messo la mia salute prima di tutto. Vorrei che questa mia esperienza servisse ad altri: le aziende non pensino solo ai corsi sulla sicurezza, sicuramente importanti, ma prestino attenzione anche all’empatia, all’ascolto dei dipendenti, all’ambiente lavorativo affinché non diventi tossico. Facciano corsi anche su questo».

Ora il monticellese sta cercando un altro impiego, intanto nei prossimi giorni porterà la sua esperienza di influencer anti-bullismo (che gli è già valsa l’attestato di Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica consegnato da Sergio Mattarella) al Parlamento Europeo.

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