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CREMONA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA

«Lei ha ‘bigiato’ la scuola, l’ha attaccata al muro»

Mamma di una ragazzina accusa l’ex compagno: abuso dei mezzi di correzione

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

03 Ottobre 2025 - 19:07

«Lei ha ‘bigiato’ la scuola, l’ha attaccata al muro»

CREMONA - «Mia figlia lo chiamava papà. Nel loro rapporto ci sono stati alti e bassi. A volte, mia figlia andava più d’accordo con lui. Io ero più severa, lui più amorevole, a volte».

Aula penale, oggi. Davanti al giudice c’è la mamma di una ragazza oggi 18enne. Accusa il compagno con il quale ha convissuto alcuni anni, di aver mollato ceffoni alla figlia, minorenne all’epoca dei fatti, anno 2022. Un’adolescente, la figlia, un po’ «disobbediente». A scuola andava malvolentieri. Tante volte ha «bigiato». Anche il 3 febbraio 2022, lunedì. L’indomani, è rimasta a casa, «perché non si sentiva bene». E l’indomani, rincasato dal lavoro, durante una lite, il «papà» ha perso il controllo. L’ha schiaffeggiata in volto, le ha messo un braccio al collo e «l’ha attaccata al muro».

L’ex compagna lo ha querelato tre mesi dopo, il 3 maggio. Oggi l’uomo è a processo per abuso dei mezzi di correzione o di disciplina. Assistito dall’avvocato Stefano Ferrari, il 27 febbraio prossimo si difenderà dall’accusa di aver dato all’adolescente «schiaffi in più occasioni per futili motivi» e, quel 4 febbraio, «di averla colpita al volto con numerose sberle», di averle «tirato i capelli», di averle messo «il braccio intorno al collo», «torcendo il braccio» della giovane e «immobilizzandola con il viso contro il muro».

Quarantacinque anni, una vita senza macchia, un lavoro e l’ansia che lo tormenta «per questa vicenda», l’uomo oggi ha sentito le testimonianze della mamma, parte civile con l’avvocato Luigi Lupinacci, e della figlia.

La mamma: «Dopo i fatti del 3 febbraio (la “bigiata”) noi due insieme abbiamo deciso di punirla. Il 4 febbraio, lui era al lavoro. “Torno a casa e ne parliamo”, ma è tornato a casa con violenza. Non era la punizione per una ragazza che ha “bigiato”. C’è anche un audio, l’ho registrato un mese dopo: lui ha ammesso quello che ha fatto e, anzi, ha detto che avrebbe dovuto essere più aggressivo».

«Il 4 febbraio, la mamma era a casa di un vicino. “Ho sentito le urla, sono entrata in casa. Lui l’aveva attaccata al muro. Sì, l’ha anche schiaffeggiata. Quel giorno, ho infilato gli abiti in una borsa, sono uscita di casa veloce con mia figlia. Ci ha ospitato per un mese una mia amica. Sì, lui mi ha fatto un bonifico di 17mila euro, avevamo il conto corrente in comune». Incalzata dall’avvocato Ferrari, la mamma ha confermato che «sì, è capitato che mia figlia lo insultasse con parolacce. Sì, confermo che avevamo una cagnolina, l’avevamo preso per mia figlia (aveva 9 anni all’epoca). La bimba voleva il cane, lui non era d’accordo. Quando siamo andate via, abbiamo portato con noi il cane. Perché l’ho querelato tre mesi dopo? Perché vedevo che mia figlia era sofferente. Oggi sta bene e va a scuola».

La figlia: «Con lui ho vissuto cinque, sei anni. All’inizio, il rapporto è stato abbastanza facile, poi, nel giro di due, tre anni, sono iniziati gli scontri. In quei due, tre anni, mi ha messo le mani addosso cinque, sei volte».

Torna al 4 febbraio. «Mi ricordo quella mattina. Non ero andata a scuola, perché non stavo bene, ho passato la giornata a casa. Ero già stata sgridata per il giorno prima: avrebbero preso provvedimenti. Il giorno dopo io ero a casa, lui al lavoro, la mamma da un vicino. Sapeva che non ero andata a scuola». In cucina, la discussione. «I toni sono diventati alti, lui mi ha detto che avrebbe chiamato il mio padre biologico, mi ha detto parolacce. Ero seduta, mi ha tirato una sberla, un’altra. Poi mi ha attaccato al muro. In quel momento stavo svenendo, ho sentito entrare la mamma che lo ha staccato da me. I motivi delle liti? La mia disobbedienza, io rispondevo a mia mamma e lui si arrabbiava. Sì, è capitato che io gli rispondessi con parolacce».

Un amico della coppia: «Non voglio fare l’educatore, so che c’erano situazioni delicate con la ragazza da gestire».

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