L'ANALISI
02 Ottobre 2025 - 09:07
Un'auto della Guardia di Finanza
CREMONA - L’accordo: mettere le mani sui 2 milioni già raccolti da “Uniti per la Provincia”, la Onlus costituita il 13 marzo 2020 per la lotta al Coronavirus. Mente del “piano criminale strategico”, il cremasco Renato Crotti, messo a gestire Uniti, “il vero dominus della vicenda” con il soresinese Attilio Mazzetti “anello di congiunzione indiscusso tra Crotti” e gli imprenditori che cinque anni fa, in pieno dramma pandemico, hanno visto il “business” e fatturato operazioni inesistenti. Mazzetti li ha individuati e reclutati. Lui ha dato le disposizioni. A Crotti “spettava la parola fine sulle singole operazioni”.
Insieme a Crotti (ha patteggiato 3 anni e 4 mesi), Mazzetti è stato “promotore” dell’associazione per delinquere finalizzata “a depauperare le casse di Uniti”, dando “un contributo materiale di fondamentale agevolazione”. I difensori Gianandrea Balzarini e Domenico Servillo sono al lavoro per l’appello.
Lo scandalo scoperchiato dalla Guardia di Finanza a luglio del 2020 con il caso dei ‘pasti caldi’ preparati in quattro e quattr’otto da un imprenditore che installa caldaie e consegnati una fondazione, è ricostruito nelle 57 pagine di motivazione della sentenza di condanna a 6 anni e 10 mesi di reclusione per Mazzetti, accusato anche di reati ‘satellite’. E, inoltre, condannato, anche per il danno di immagine riportato da Uniti, a risarcire con 45mila euro (provvisionale) la Onlus, parte civile con l’avvocato Roberto Guareschi.
Nella motivazione firmata dal presidente del collegio nonché presidente della sezione penale, si ricorda come l’iniziativa di costituire ‘Uniti per la Provincia’ avesse riscosso il plauso della cittadinanza, per come riscontrato da un significativo e rapido flusso di donazioni per quasi 4 milioni che permetteva di assicurare un tangibile aiuto nella lotta al Coronavirus nella provincia di Cremona.
Gli aiuti: dalla fornitura di letti ospedalieri e di Terapia intensiva per gli ospedali Maggiore di Cremona e Oglio Po di Casalmaggiore, alla donazione di alcune ambulanze, dalla fornitura di presidi sanitari, come mascherine presso case di riposo, ai ventilatori polmonari comprati per l’ospedale Maggiore. Il consiglio direttivo della Onlus aveva dato carta bianca a Renato Crotti. Tutti si sono fidati di lui. Anche perché personaggio in vista e «figura conosciuta all’interno della comunità cremonese, avendo in passato ricoperto il ruolo di portavoce della Provincia». E sebbene «estraneo al consiglio direttivo dell’ente in assenza di deleghe specifiche», Crotti «risulterà in breve essere figura centrale dell’associazione e referente principale della stessa, tanto da costituirne il vero e proprio asse centrale».
Si conoscevano da tempo, Renato Crotti e Attilio Mazzetti. Dopo il fallimento del suo locale, Mazzetti faceva il procacciatore d’affari per Verisure (la società è stata chiamata nel processo come responsabile civile e condannata a una provvisionale di 9mila euro). Durante il lockdown, Verisure ha chiuso. Mazzetti era in difficoltà. Si è fatto vivo Crotti: «Ci sono 2 milioni di euro da spendere da parte di una Onlus entro il termine del periodo pandemico...».
Annota il presidente: «La sistematica reiterazione dei reati di appropriazione indebita dimostra che Crotti Renato e Mazzetti Attilio avevano ideato un’articolata strategia per impossessarsi di parte dei fondi raccolti dalla Onlus». E se Crotti è stato «l’ideatore», Mazzetti «ha contribuito alla potenzialità pericolosa della societas sceleris, provocando l’adesione di terzi all’associazione ed ai suoi scopi attraverso un’attività di diffusione del programma, di attuazione e di coordinamento dello stesso». Perché «è lui che recluta gli imprenditori».
Ed è sempre «lui che dà indicazioni sulla necessità di costituire nuovi soggetti giuridici che poi risulteranno ‘mere scatole vuote’, il cui unico scopo è quello di compiere operazioni meramente cartolari così da giustificare il loro pagamento». Ed è ancora «lui che dà indicazioni su tempi e modi di ripartizione del denaro incassato... Se può ritenersi che l’ideazione dello stratagemma per depauperare le risorse economiche della Onlus sia stato appannaggio di Renato Crotti, il programma criminale propostogli, ha trovato nel Mazzetti un convinto sostenitore che si è messo all’opera per darvi piena attuazione, agendo in piena sinergia con il suo ideatore».
«L’intenzione era di portare avanti il sistema delle fatture false fin tanto che sul conto dell’associazione vi fosse stata disponibilità». Ma «considerato che all’epoca non era certo prevedibile la durata dell’emergenza sanitaria e delle difficoltà del territorio cremonese che avevano dato origine all’iniziativa di raccolta fondi, la durata del piano criminale non aveva una scadenza temporale certa e ben si poteva contare che sul conto corrente della Onlus, nel frattempo, potessero continuare a pervenire donazioni dei cittadini, così prolungando l’azione criminosa del gruppo per un orizzonte temporale non definito». Le Fiamme gialle li hanno stoppati.
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